Dizionario dei Pittori Bresciani
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FASSONI LANFRANCO

Secolo XVI.
Secondo Valentino Volta, il nome di Lanfranco Fassoni, lapicida, figura con quello di Vincenzo Barbieri (v.) e Horatio di Barbari in documento del 25 ottobre 1565. Avrebbe dovuto collaborare per la realizzazione di un finestrone di palazzo Loggia, ma nel frattempo è morto e, pertanto, l'accordo viene rinnovato con i due superstiti lapicidi ai quali viene fissato anche il compenso.
Si veda la voce Horatio di Barbari

FATIGATI ANDREA

 Secolo XVIII.

Nativo di Chiari, è autore della pala che esisteva sull’altare maggiore della chiesa dedicata a S. Ge-rolamo (poi quartiere militare). Il dipinto, perduto, raffigurava i SS. Gerolamo ed Elia, ed è l’unico suo lavoro ricordato in Brescia.
Secondo l’abate Zani, ripreso dal Fenaroli, il Fatigati era operoso nel 1700.
 
BIBLIOGRAFIA
G.A. AVEROLDI, “Le scelte pitture di Brescia”, 1700.
P.A. ORLANDI, “Abecedario pittorico”, 1704.
G.B. CARBONI, “Notizie storiche di pittori e scultori”, 1776, Ed. C. Boselli, 1962.
F. NICOLI CRISTIANI, “Vita e opere di L. Gambara”, 1807.
B. ZANI, “Enciclopedia metodica critico ragionata di B.A.”, 1820.
S. FENAROLI, “Dizionario degli artisti bresciani”, 1887.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore, 1984.

FATIGATI GIOVANNI BATTISTA

Secolo XVII.

Già era compiuta questa parte del “Dizionario” quando si è potuto consultare il quarto volume della “Enciclopedia bresciana”, di A. Fappani, dalla quale rileviamo il nominativo di Giovan Battista Fati-gati, pittore di Chiari.
Suo è un dipinto, ormai scomparso, dedicato al Mistero della Visitazione di S. Maria ad Elisabetta (1675). Per la chiesa di S. Maria, nel 1692, dipinse un Angelo custode, trasferito nel 1717 nel san-tuario della B.V. di Caravaggio.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
 

FAUSTINELLI

.v. Fostinelli.

FAUSTINI CARLO

Passirano, 7 gennaio 1823 - 25 gennaio 1892.

Già era compiuta questa parte del “Dizionario” quando s’è potuto consultare il quarto volume della “Enciclopedia bresciana”, di A. Fappani, dalla quale rileviamo il nominativo di Carlo Faustini, autore di dipinti nella chiesa di Roccafranca (S. Luigi, 1864) e in quella di Lavone (Decorazioni, 1880).
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore, 1984

 

FAUSTINI FAUSTINO

Secolo XVIII.
Nativo di Chiari e cugino del più noto Giacomo, alla cui voce si rinvia, è intagliatore in legno.
Il 23  maggio 1713 rivendica il pagamento dovutogli per la esecuzione dell'altare di S. Bonifacio.

FAUSTINI GIACOMO

Chiari, 5 gennaio 1630-2 settembre 1703.
Figlio di Aloisio, dal padre è educato all'arte di trattare il legno. Sue prime opere sembrano essere i busti eseguiti nel 1663 per la parrocchiale di Comero e l'ancona del nuovo altare esistente nella stessa chiesa e risalente al 1668.
La buona fama acquisita gli procura il lavoro offertogli dalla Scuola del Rosario, che aveva sede in S. Maria a Chiari, per la costruzione della cassa dell'organo, compiuta nel 1673. L'opera convinse i Reggenti di affidargli anche la piccola soasa per la pala della Madonna raffigurante la traslazione della S. Casa di Loreto esistente nella sacrestia di S. Maria, priva di cornice e venduta per poche lire agli inizi del Novecento. Al 1674 data anche il lavoro maggiormente noto e significativo: l'altare della Madon-na di S. Luca a Bagolino ove, con le due cariati di reggenti la cimasa, si . .alternano piccole figure, angioli anche a bassorilievo e dalla sontuosa doratura e dai vivi colori. Ancora a Bagolino, nel 1679 esegue la soasa della Madonna del Rosario. L'attività di Giacomo Faustini si estende anche nella Bassa Bresciana, nel paese natio dove, nel 1686, gli viene commissionata l'arca per l'altare delle reliquie, del quale predispone l'intero disegno, non potendolo tuttavia portare a termine per la sopravvenuta morte. Lo compiranno gli Olmi (v.) con i quali altre volte aveva collaborato, e che portano a compimento altri lavori da lui iniziati ma non conclusi.
Altre incombenze gli sono affidate: nel 1690 circa i Deputati del santuario della Madonna di Caravaggio gli affidano la soasa dell'altare maggiore, otto candelabri, quattro vasi e tre secrete; i Reggenti della Scuola del S. Rosario la controcantore dell'organo ultimata nel 1694.
Nelle opere di Giacomo Faustini sono apprezzate "la permanente ricerca della verità, la ricchezza d'espressione attraverso il variare degli elementi decorativi, con l'accentuazione delle caratteristiche dei volti, la buona perizia del mestiere in grado di consentire spesso finezza ed eleganza" composi ti va.
Secondo la "Enciclopedia bresciana" di Antonio Fappani, ebbe cugino il conterra-neo Faustino, di cui si è detto alla precedente voce. Recanti lo stesso cognome e fioriti alla Scuola clarense sono ricordati: Lorenzo (1654-1717) e Orazio (1625-1713) dei quali non si conoscono opere.

FAUSTINI LORENZO

. v. Faustini Giacomo

FAUSTINI LUIGI

Brescia, 9 maggio 1941.

Frequentati i corsi serali della A.A.B. con Aride Corbellini e Valentino Zini (1960 circa), nel clima di quella società ha alimentato la propria passione pittorica fino al 1967. In quegli anni esprimeva una pittura essenziale, dal toni fondi, fatti d’atmosfere vespertine e tristi avvolgenti agglomerati di rusti-che case silenti. La pennellata ampia e pure costruttiva.
Presente a concorsi provinciali, si evidenze in alcuni, come nel desenzanese Premio Ancora d’oro. A Livigno, con noti operatori, presenta ombrelli dipinti con motivi astratti. Ammonticchiati fra le pareti della sala accogliente quadri, quegli ombrelli vanno a ruba.
Con il passare degli anni, esaurite le sperimentazioni, anche tecniche, Faustini accentra l’interesse su tematiche esistenziali: l’atmosfera un tempo gravante e avvolgente i paesaggi, si tramuta in os-sessiva pressione per l’umanità.
I temi si fanno allusivi: come quel “mare” di uova, disteso fino all’orizzonte, in uno del quali, appe-na schiuso, già si scorge un piccolo essere scheletrico. Oppure in una vasta composizione, Libertà, non finita, dove una donna, anelante alla vita, dalla città è fatta cavia.
Nel marzo 1976, alla “Galleria A. Inganni”, Faustini ha allestito la prima e ultima sua mostra perso-nale; interrompendo quindi l’attività pittorica per dedicarsi al disegno, entro l’azienda che conduce.
In occasione di sue apparizioni, Giannetto Valzelli e L. Spiazzi gli hanno dedicato cenni.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore, 1984.
 

FAUSTINI MODESTO

Brescia, 27 maggio 1839 - Roma, 23 marzo 1891.

Nato da Giuseppe e da Giovanna Porta, ben presto rimane orfano. Nel 1849 è accolto nell’orfa-notrofio maschile di Brescia, dove rimane fino al 1860. Dal direttore, cav. Dallora, è riconosciuto per le sue doti creative e aiutato a frequentare dapprima la scuola comunale di disegno, poi inviato a Milano per frequentare l’Accademia di Brera. Dal comune di Brescia riceve sussidio sul Legato To-sio ed a Milano è ospite del conte Gerolamo Zoppola che lo tiene nella propria casa senza nulla pretendere.
Allievo di Giuseppe Bertini, da questi è indotto a perfezionarsi a Roma, dove si trasferisce nel 1869 e dove apre studio, stabilendosi nella capitale in modo definitivo.
Riscuote per meriti artistici sovvenzioni in seno alle Accademie frequentate e in pochi anni si fa co-noscere e apprezzare da personalità dell’arte e della cultura quali De Amicis, Saccone, Correnti, Pa-scarella. Vince un premio della società degli Amatori e cultori dell’arte (1870); è nominato socio di note Accademie quali l’Artistica di Roma, di B.A. di Milano, Ateneo di Brescia, vincendo altresì il pre-stigioso Premio Mjlius.
Nell’alternare opere decorative a opere da cavalletto, crea tele quali S. Luigi in orazione, ora alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, Una congiura del XVII secolo, presente a Firenze ed ora della Pinacoteca bresciana, S. Francesco, esposto a Brera nel 1871 ed entrato in lizza per il Premio principe Umberto, premiato invece con medaglia d’oro in successiva mostra romana.
Altro dipinto ben noto è L’arresto di Luisa Sanfelice accolto al Salone della Esposizione permanente di B.A. parigino ed acquistato dalla casa reale.
Più volte riproposto è il tema dell’Amore degli angeli (del quale un esemplare è nella nostra Pina-coteca). Numerosi anche i ritratti, fra i quali si ricordano: Il co: Leopoldo Martinengo, Re Umberto I, la Regina Margherita nonché alcuni Autoritratti.
Fra le opere musive, con le bresciane composizioni nel Santuario della chiesa di S. Maria delle Gra-zie, si rammentano la decorazione della sala grande nella sede del Circolo artistico romano (1887), il cielo di affreschi nella cappella di S. Giuseppe nel Santuario di Loreto (1 889), la chiesa della fa-miglia Pacheco in Buenos Aires (1890-1891).
Ma moltissimi altri lavori sia a olio, tempera, pastello o in affresco arricchiscono la nota dei dipinti faustiniani in palazzi di Roma, Sassari, ecc. Accolti anche in mostre di note città italiane quali Napo-li, Milano, Torino, Roma, sono stati esposti anche in occasione di Mostra veneziana, nel 1877.
Amato e stimato da quanti poterono avvicinarlo in vita, largo rimpianto Faustini suscitò per la inopi-nata morte, avvenuta al ritorno in seno alla famiglia amatissima, appena rimpatriato dopo compiuta l’opera americana.
Numerosissima la partecipazione di autorità, studiosi, artisti alle sue esequie; e numerose e signifi-cative furono alcune manifestazioni a suo ricordo. Brescia, alla quale in morte lasciò numerosi suoi dipinti, gli ha dedicato una strada.
Se le sue composizioni decorative sono condotte nel tardivo influsso di puristi e, più specificata-mente, di un Nino Costa legato alla pittura preraffaellita, nei ritratti Faustini si ispirò alle forme tipi-che della ritrattistica bresciana e veneziana del Cinquecento, ma per la luce degli sguardi e per la vivezza delle positure raggiunse apprezzabile espressività.
Le fondamentali bibliografie di Modesto Faustini dovute a A. De Gubernatis (1889), A. Cassa (1892), R. Lonati (1980) e S. Bizzotto (1995) traggono ulteriore compiutezza dai saggi di Francesco De Leonardis e Luigi Capretti riuniti nell’opuscolo “Modesto Faustini 1839-1891” edito con la mostra dedicata al pittore dall’Associazione Artisti Bresciani nel dicembre 2003 - gennaio 2004.
Attingendo all’Archivio del Consiglio municipale bresciano, all’Archivio di Stato e a quello del San-tuario di Santa Maria delle Grazie, oltre alle opere in mostre attentamente illustrate e documentate, gli autori propongono note su numerosi altri dipinti presenti in collezioni private e pubbliche, dando vita ad una pubblicazione che si configura come la prima e unica monografia disponibile, aggior-nata, ben documentata, che rappresenterà a lungo riferimento per qualsiasi ulteriore ricerca su Faustini, offrendo inoltre una messe di informazioni che vanno al di là dell’ambiente locale.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: F. DE LEONARDIS, L. CAPRETTI, “Modesto Faustini”, Brescia, AAB, 6 dicembre 2003 - 7 gennaio 2004.
Si veda inoltre: R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Brescia, 1983 (vol. II).
A.L. RONCHI, Faustini il romano, Schermini l’accademico, Glisenti il ribelle, “STILE Arte” n. 30, marzo 2000.
r.c., Faustini, bresciano da esportare, “Giornale di Brescia, 26 ottobre 2003.
G. CAPRETTI, Modesto Faustini, l’amore per il dettaglio, “Giornale di Brescia”, 6 dicembre 2003.
R. LONATI, Dipinti e disegni di Modesto Faustini, “La Voce del popolo”, 19 dicembre 2003.
C. BERTOLDI, G. ORLANDI, Faustini restaurato, “STILE Arte” n. 80, luglio 2004.
  1. FAUSTINI ORAZIO
  2. FAUSTINO DA BRESCIA
  3. FAVERO LORENZO
  4. FAVERO LORENZO

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