Brescia, 26 agosto 1935 - 18 ottobre 1991.
Giovanissimo, intorno al 1948, frequenta la scuola di Emilio Pasini. Studia quindi nella scuola tecnica “Moretto” di via S. Chiara e dal disegno meccanico può derivare l’accuratezza esecutiva delle tavole oggetto del suo lavoro.
La passione per gli animali, il cavallo in particolare, gli ha aperto la via della illustrazione scientifica esercitata dapprima presso la Scuola editrice di Brescia. Negli anni Cinquanta passa alla Editrice Fabbri per la quale collabora a numerose iniziative editoriali, anche nel campo delle letture per giovani. È quindi assunto dalla Mondadori presso la quale ancor oggi la-vora.
Più noto all’estero che in Brescia, ha all’attivo numerosissime tavole di vari argomenti scientifici e naturalistici, riprodotte in libri tradotti in varie lingue d’Europa e d’America. Si possono qui ricordare il suo primo lavoro per “Ventimila leghe sotto i mari” di G. Verga, illustrato per l’edizione della Scuola editrice (1955) e, fra i più recenti, “I cani del mondo”, Ed. Mondadori, 1973; “Animali che scompaiono”, Ed. Mondadori, 1975; “Il Grande libro della Bibbia”, Ed. Mondadori, 1980.
Assorbito com’è dal lavoro di illustratore, mai ha allestito mostre personali o partecipato a collettive, pur coltivando la passione per la pittura tradizionalmente intesa e creando opere a olio, tempera o a inchiostro.
Particolarmente luminosi i suoi scorci di campagna, in cui il cielo di effusa chiarità sfiora e ravviva rustici, alberi resi con verismo e riflettenti intima emozione tradotta con semplicità.
BIBLIOGRAFIA
I numerosi scritti in cui appare il suo nome sono legati alla attività editoriale.
Si veda: V. BRUNONI, P. Cozzaglio pittore naturalista, “Giornale di Brescia”, 5 novembre 1968.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Desenzano, 13 gennaio 1975.
Autodidatta, ha affrontato la pittura poco più che ventenne, nel 1996, dedicando ad essa il tempo concesso dall’impegno lavorativo.
Fin dai primi dipinti appare chiara la sua predilezione per i Fauves sia per la scelta cromatica, sia per le forme dalla meditata stilizzazione.
V’è chi nei suoi lavori ha rilevato l’intensità degli accordi colorici prodotti dalla stesura a plat, come usavano i Maestri del post-impressionismo. La ricerca della solidità delle forme come punto in cui si ancora il senso delle cose, trova contrappunto in una varietà cromatica viva, frutto di un approccio sinceramente impulsivo con la tela, che trasferisce ai dipinti un’atmosfera sospesa tra verità e freschezza decorativa.
Salò, Manerba, Montichiari… sono alcune delle località in cui Luca Crescini ha partecipato a mostre collettive o a concorsi sovente aderendo alle iniziative dell’Associazione Amici dell’Arte salodiana.
A Manerba, infine, nel 2004 ha esordito in personale.
Brescia, 30 aprile 1870 - 17 luglio 1933.
Di Giovanni Battista e di Caterina Peli, figlio di modesto operaio della tipografia Apollonio, appena compiuti i corsi elementari dovette porsi al lavoro presso un imbianchino e portare secchi e distendere tinte su pareti e facciate. Scherzando, attribuiva a questo apprendistato la vocazione della pittura.
In verità prese presto passione all’arte e alternò il suo tempo libero nel visitare chiese e Pinacoteca e nello spiare entro gli studi di pittori quali Filippini, Faustini, Glisenti, Lombardi, Soldini; applicandosi al disegno con il fraterno amico Arturo Castelli col quale si recava in montagna o sul lago d’Iseo per ritrarre paesaggi e figure.
S’accostò poi agli artisti di “Arte in famiglia” coi quali espose i primi quadretti. Dopo il servizio militare si dedicò completamente alla pittura e grazie al legato Brozzoni, vinto in due successivi concorsi, poté studiare all’Accademia di Brera, sotto il Bertini. Si ispirò al gusto decorativo del preraffaellismo nel momento in cui inclinava al liberty che, come scrive Bianca Spataro, interpretò “nelle opere più espressive con una certa libertà”, pur continuando a sentire nella tradizione una costante forza animatrice. “Vi è, scrive la Spataro, lo stesso enfatico decorativismo che ebbe le sue manifestazioni più interessanti nella scultura del Bistolfi e dello Zanelli”.
Non fu solo decoratore, ma anche pittore di quadri. Il 17 febbraio 1907 fu nominato socio dell’Ate-neo di Brescia. Nel 1909 partecipò alla esposizione internazionale di B. A. a Roma. Ebbe particolare propensione per lo studio della pittura del Settecento, ma si rifece col puntuale studio dei grandi del Cinquecento, specie dei veneti. Anche Vincenzo Lonati lo ricollega al Veronese o al Tiepolo “non per imitazione accademica, ma per consonanza spirituale, per la spontaneità di una energia perennemente feconda”.
Morendo lasciò cospicuo legato per una borsa di studio di trecentomila lire a favore dei giovani pittori bisognosi e meritevoli. Come atto riconoscente, l’Ateneo nel 1933 gli dedicò una mostra e nel 1939 acquistò un ritratto fattogli in miniatura dal pittore Angelo Sala.
Succintamente si ricordano opere decorative nelle chiese di Verolanuova, Collio, Gussago, Fiumicello, Urago, Pavone Mella, Seniga, Pisogne, Collebeato, Nigoline, Torbiato, Ome, Bagnolo, Cologne, Nave, Botticino Sera, Pompiano, nonché in Brescia. Numerosi anche i dipinti eseguiti per celle funerarie in cimiteri della città e Provincia, nonché nel Trentino, nel Bergamasco; e palazzi in località varie come Brescia, Genova, Treviglio, Caravaggio…
Numerose famiglie posseggono ancor oggi suoi lavori di cavalletto; nonché numerosi ritratti di noti personaggi della politica e dell’arte quali: Paolo Chimeri, Flaviano Capretti, Attilio Franchi, Ferdinando Zanardelli, Bernardo Sina, Lina Morelli, ecc. Un suo bel Autoritratto possiede la famiglia Vimer-cati.
Si è in grado di anticipare che l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, riconoscente per i beni attribuitigli per eredità da Gaetano Cresseri, ha deliberato di dedicargli una monografia, frutto della collaborazione di più studiosi. Attualmente ha comunque valenza il saggio di chi scrive: Biografie di artisti bresciani: Gaetano Cresseri, pubblicato nei “Commentari dell’Ateneo” per l’a. 1982, con Bibliografia qui proposta.
Si vedano inoltre:
L. ANELLI, “Il paesaggio nella pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, 1981.
V. TERRAROLI, “La grande decorazione a Brescia tra Ottocento e Novecento”, Brescia, 1990.
R. LONATI, “Catalogo illustrato delle chiese di Brescia aperte al culto, profanate e scomparse”, Brescia, 1994.
L. ANELLI, Cresseri, paladino e generale, “STILE Arte” n. 62, ottobre 2002.
U. CAPRETTI, Cresseri. L’arte al muro, “Giornale di Brescia”, 16 novembre 2002.
BIBLIOGRAFIA
Sta in: COMUNE DI BRESCIA, “Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento”, 1934, Catalogo.
A. M. COMANDUCCI, “Dizionario dei pittori ecc, italiani”, ediz. varie.
Una completa bibliografia per G. Cresseri non è stata ancora re-datta.
R. LONATI, Gaetano Cresseri, dattiloscritto in attesa di pubblicazione, dal quale si ricava, succintamente, la seguente nota.
“La Sentinella bresciana”, 23 agosto 1889.
E, D., Esposizione d’arte in famiglia “La Sentinella bresciana”, 7 settembre 1890.
“La Sentinella bresciana”, 29 agosto 1892; 22 settembre 1892; 27 luglio 1898; 5 agosto 1898; 17 agosto 1898; 23 agosto 1898; 17 agosto 1902; 19 settembre 1902; 21 settembre 1902;
GALMAS, La mostra d’arte moderna, “Il Cidneo - Giornale illustrato della Esposizione bresciana”, n. 9, 24 luglio 1904.
“La Sentinella bresciana”, 18 febbraio 1907.
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1907.
“La Sentinella bresciana”, 27 gennaio 1909; 28 gennaio 1909; 29 gennaio 1909; 6 giugno 1909; 8 agosto 1909; 30 agosto 1909.
P. F.(eroldi), L’arte a palazzo Bargnani, “La Sentinella bresciana”, 15 settembre 1909.
“La Sentinella bresciana”, 17 marzo 1912; 23 marzo 1912; 23 gennaio 1913; 24 gennaio 1913; 25 gennaio 1913; 20 gennaio 1914; 31 luglio 1914.
“Illustrazione bresciana”, agosto 1914.
“La Sentinella bresciana”, 17 settembre 1914; 11 maggio 1914; 11 maggio 1915.
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1915, p. 47.
“La Sentinella bresciana”, 7 marzo 1916; 18 marzo 1916; 20 marzo 1916; 24 marzo 1916; 28 marzo 1916; 14 e 15 maggio 1916; 22 maggio 1916; 26 novembre 1916; 15 gennaio 1918; 8 settembre 1918.
“La Provincia di Brescia”, 7 gennaio 1919.
“I Esposizione del paesaggio italiano sul Garda”, Gardone R., Inverno 1920 - 1921, Catalogo.
“La Sentinella bresciana”, 30 gennaio 1921.
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1922, p. 35.
“Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1923, p. 57.
“La Camera di Commercio e Industria del Trentino in Rovereto”, Trento, Arti grafiche trentine, a. 1924.
PICTOR, Cronache d’arte, “La Sentinella bresciana”, 10 novembre 1925.
“Il Popolo di Brescia”, 15 novembre 1925; 23 maggio 1928.
N. F. V.(icari), Le altre opere della I Triennale d’arte, “Il Popolo di Brescia”, 31 maggio 1928.
G. LONATI, “Note autobiografiche di P. Soraimi - Secondo il manoscritto autografo della classense a Ravenna”, Tip. Giovanelli, Toscolano, 1929.
R. PUTELLI, “Illustrazione Camuna e Sebina”, 1929.
“Ospitalità italiana”, agosto - settembre 1932, Il Credito agrario bresciano.
“Le feste XXV annali delle SS. Croci”, Bagnolo M., 10, 11, 12 settembre 1932.
V. LONATI, G. Cresseri, “Il Popolo di Brescia”, 18 luglio 1933, Ne-crologio.
V. LONATI, La morte del pittore G. Cresseri, “Brescia”, a. VI, luglio 1933.
E. LECHI, G. Cresseri, “Il Popolo di Brescia”, 19 dicembre 1933.
V. LONATI, Artisti bresciani, G. Cresseri, “Il Popolo di Brescia”, 21 dicembre 1933.
“Il Popolo di Brescia”, 31 dicembre 1933. La mostra Cresseri aperta fino al primo gennaio.
E. LECHI, V. LONATI, I nostri lutti, “Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1933, con elenco delle opere.
COMUNE di BRESCIA, “Mostra della pittura bresciana dell’Ottocento”, Brescia, 1934, Catalogo.
G. NICODEMI, Pittura bresciana dell’ottocento, “Emporium”, Vol. 80 (1934).
G. R. CRIPPA, “Adolescenza di C. Monti”, V. Gatti Ed., Brescia, 1937.
A. MORASSI, “Catalogo delle cose d’arte e di antichità d’Italia, Brescia”, Roma, 1939.
V. LONATI, Commemorazione del Sen. U. Da Como, “Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1940-1942, Vol. A, p. 54.
M. DUCOS, Commemorazione del Sen. U. Da Como, “Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1950-1951, p. 153.
H. VOLLMER, Liepzig, Vol. I (1953), agg. p. 492.
V. LONATI, Arte di ieri e arte di oggi, “Commentari dell’Ateneo”, Brescia, 1954.
G. PANAZZA, “La Pinacoteca civica Tosio Martinengo”, Ed. Alfieri e Lacroix, Milano, 1959.
DIOCESI di BRESCIA, “Chiese costruite negli anni 1934-1961”, Tip. S. Eustacchio, Brescia, 1961.
G. VALZELLI, I profeti e la turba…, “Bruttanome”, Vol. I (1962), p. 70.
“Storia di Brescia”, Vol. IV.
R. LONATI, A ricordo di G. Cresseri, “Biesse”, a. X, n. 102, aprile 1970.
R. LONATI, La Galleria Campana, “Brescia - arte”, n. 5, giugno 1971.
T. MINARELLI, Arte bresciana nel Trentino, “Giornale di Brescia”, 19 agosto 1976. (cfr.)
“Guida rossa” del T.C.I.
B. PASSAMANI, “Angelo Landi”, Magalini Ed., Brescia, 1980, p. 23.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Urago d’Oglio, 1941.
Ha educato la naturale inclinazione all’arte, manifesta sin dalla giovane età, frequentando Musei, Pinacoteche e meditando pagine di pubblicazioni d’argomento artistico.
Anche la vicinanza ad alcuni artefici conterranei gli è stata di giovamento, prima di affrontare i corsi della libera Accademia di Chiari diretta del prof. Giovanni Repossi e quelli di pittura con Egidio Lazzarini.
I suoi primi lavori lo rivelano ancorato alla pittura figurativa tradizionale, specie nel paesaggio, ma la sua creatività si è poi impegnata in una espressione concettuale che però non si disgiunge dal quotidiano. Trasferisce così le sensazioni vissute in un miscuglio di luci e colori che fanno d’ogni dipinto un racconto solare. “Colori e profumi, suoni ed ombre un tutt’uno armonioso, una fotografia fatta dalla sua mano veloce ed esperta”.
Indicative del suo fare possono essere le tele dedicate a “Venezia” dall’armonioso intarsi di caratteristici ponti e di ondeggianti gondole posti alla base della candida architettura della basilica della Salute, o “71 Mille Miglia” dalla fiammeggiante vettura che pare fuoriuscire dal gioioso fondale dalla resa informale di intense cromie…
V’è chi nel fare di Santo Cressi, nei suoi quadri subito riconoscibili per la singolare figuratività, il frutto di pennello intenso, di fantasia in grado di spargere brani di poesia, soggetti che sanno infondere serenità.
Santo Cressi ha partecipato a varie mostre collettive sia in località prossime al luogo di residenza, che fuori, ordinando pure due rassegne personali.
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’Arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria La Tavolozza, 2000.
Motta S. Anastasia (Catania), 24 maggio 1923.
Bresciano d’adozione, autodidatta, ha partecipato a collettive in seno alla Associazione artisti bresciani dove è anche presente in personali nel 1965 e nel 1969.
Nelle sue tele rappresenta un mondo fantastico, proiettato nel futuro con visioni che A. Rizzi dice “sortite da una mente eruttiva, alle prese con temi fantascientifici, a spasso per il cosmo, od alla conquista di mondi al di là di milioni di anni luce”. Poi, il rientro in orbita per colloquiare con i paesaggi, con la natura viva di cose, o con i fiori rigonfi, con un volto incontrato per via.
Pittore istintivo, è uomo semplice, umile; questi aspetti della sua natura si riflettono nei dipinti.
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Secoli XVII - XVIII.
Secondo la "Enciclopedia bresciana" di Antonio Fappani, è nativo di Rezzato. Definito tagliapietre, è l'autore della porta della parrocchiale di Puegnago, del 1709, e di altre opere nel Bresciano.
Secolo XVI.
Nel 1525 firma una Madonna col bambino fra le SS. Lucia, Agnese, Cecilia e Agata, conservata nel Staatliche Museum di Berlino e in cui Rossana Bossaglia ravvisa come il “motivo foppesco è ripetuto in forme rigide e goffe per il sovrapporsi di elementi derivati da leonardeschi come Marco d’Oggio-no o un Melzi ed altri della stessa levatura”.
BIBLIOGRAFIA
THIEME - BECKER, Vol. VII (1913).
“Bescreidenses Verzeichnis der Gemalde im Kaiser Friedrick”, Berlino, 1931.
“Storia di Brescia”, Vol. II.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Secolo XV.
Sarto, dilettante calligrafo e miniatore, è autore di sessantadue miniature del Codice 2336 Cicogna del Museo Correr di Venezia. Tali miniature furono eseguite dal 1420 al 1430: rozze, sono tuttavia non prive di abile disegno.
BIBLIOGRAFIA
L. FE’ D’OSTIANI, Tre dodici laudari bresciani, “Commentari dell’Aleneo”, Brescia 1892.
“Storia di Brescia”, Vol. III.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.