Chiari, 13 aprile 1948.

Affacciatosi alla ribalta pittorica agli inizi degli anni Settanta, ha partecipato a concorsi e premi provinciali e regionali riscuotendo non pochi riconoscimenti. Particolarmente si ricordano le partecipazioni ai Premi: Soncino, Città di Brescia (1971); Osio (Bg.), Iseo (1972); Santhià (1972, 1975); Montichiari, Saint Vincent (1973); Monticelli Brusati, Capriolo (1976). A Brescia lo si ricorda in mostre personali nel 1973 e 1979, dimostrando a distanza di tempo una non comune continuità stilistica ma, soprattutto, l’approfondimento coerente d’una tematica che via via s’è fatta drammatica.
Sin dal primo apparire egli stesso aveva ben illustrato la sua visione affermando che “l’uomo moderno… è deformato nell’animo fino a divenire mostruoso”, pur mantenendo aspetto esteriore immutato.
Se un punto di riferimento ci è consentito, nell’opera di Cropelli echeggia il mondo di Bacon, ma questo nome è semplice riferimento formale, indicazione, di una linfa da cui il pittore clarense trae vigore per giungere alle dense, calcinate figure, quasi oniriche visioni, avvolte da fatalismo e prive d’ogni mira edificante.
La pittura di Cropelli si fa pertanto testimonianza cruda della inquietudine contemporanea, della ansietà, dell’incertezza che preme l’uomo. Testimonianza fatta di toni caliginosi, e di pesante materia. La cupa cromia, i motivi affrontati non portano che a desolate immagini, come desolata e cupa è la “disincarnazione” che l’autore attribuisce a quei volti irriconoscibili composti nella tela.
Con la pubblicazione del volume “Alberto Cropelli. Il percorso espressionista” curata da Mauro Corradini nel 2001, ogni sfaccettatura dell’artista e del suo procedere creativo sembra appieno considerata.
La chiara manifestazione della forza del suo operare rilevata da Giorgio Seveso nel 1981 in occasione del Premio Nazionale Santhia, mai è venuta meno, piuttosto si è rinvigorita la capacità di scandagliare la realtà.  Ne sono nati aspetti e figure diverse dalla realtà oggettiva, oppresse da pene interiori, con esiti definiti di chiara impronta neo figurale.
V’è in Cropelli il cocente desiderio di porsi nel sociale e correggere le contraddizioni e le storture di un vivere crudo, impietoso.
Il citato volume curato da Corradini propone essenziale “Antologia critica” coniugante testi editi in occasione di alcune delle numerose mostre personali prodotte da Cropelli: nella Galleria Schreiber (Brescia 1981), Delfino (Rovereto 1982), S. Paolo (Bologna 1983), Auditorium S. Francesco (Santhia 1984), Fumagalli (Bergamo 1986), ma con le ripetute partecipazioni a mostre collettive in Brescia e provincia è possibile dire delle recenti personali accolte dalla Pinacoteca Morcelli Repossi di Chiari (2002) nella Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Stile (Brescia 2004), in Villa Usignolo di Sarezzo (2005).
Attività espositiva intensa, dunque, pari alla fervorosa applicazione al cavalletto, così come cocente è l’urgere di sensazioni ed emozioni da Cropelli confidato ai tepidi e agli accesi accordi cromatici dei dipinti.
 
BIBLIOGRAFIA
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G. SEVESO, “Galleria Schreiber”, Brescia, 5-19 maggio 1979.
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GRUPPO INIZIATIVE PACE, “La guerra, la donna” (collettiva), Pieve di Urago Mella, 1995.
A. CHIAPPANI (a cura di), “Gruppo d’Arte rinnovata” (collettiva), Brescia, s.a. (199…).
M. CORRADINI, “Alberto Cropelli. Il percorso espressionista”, Colognola al Colle, Verona, 1991.
J.L. MONTAGNE’, Cropelli, simboli per esprimere la potenza della vita, “STILE Arte” n. 46, marzo 2001. (Per la personale nell’Abbazia olivetana di Rodengo Saiano, 15 marzo - 17 aprile 2001).
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T. ZANA, Cropelli, creature di sale, “’STILE Arte” n. 83, novembre 2004.
“Alberto Cropelli. Il cantico del sole”, Brescia, Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Stile, 8 dicembre 2004.
V. SGARBI, “I quadri di Sgarbi” (cfr.), “STILE Arte” n. 93, novembre 2005.
“Alberto Cropelli. La forza del presente”, Sarezzo, Villa Usignolo, 19 novembre - 11 dicembre 2005.

 

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