Urago d’Oglio, 1941.
Ha educato la naturale inclinazione all’arte, manifesta sin dalla giovane età, frequentando Musei, Pinacoteche e meditando pagine di pubblicazioni d’argomento artistico.
Anche la vicinanza ad alcuni artefici conterranei gli è stata di giovamento, prima di affrontare i corsi della libera Accademia di Chiari diretta del prof. Giovanni Repossi e quelli di pittura con Egidio Lazzarini.
I suoi primi lavori lo rivelano ancorato alla pittura figurativa tradizionale, specie nel paesaggio, ma la sua creatività si è poi impegnata in una espressione concettuale che però non si disgiunge dal quotidiano. Trasferisce così le sensazioni vissute in un miscuglio di luci e colori che fanno d’ogni dipinto un racconto solare. “Colori e profumi, suoni ed ombre un tutt’uno armonioso, una fotografia fatta dalla sua mano veloce ed esperta”.
Indicative del suo fare possono essere le tele dedicate a “Venezia” dall’armonioso intarsi di caratteristici ponti e di ondeggianti gondole posti alla base della candida architettura della basilica della Salute, o “71 Mille Miglia” dalla fiammeggiante vettura che pare fuoriuscire dal gioioso fondale dalla resa informale di intense cromie…
V’è chi nel fare di Santo Cressi, nei suoi quadri subito riconoscibili per la singolare figuratività, il frutto di pennello intenso, di fantasia in grado di spargere brani di poesia, soggetti che sanno infondere serenità.
Santo Cressi ha partecipato a varie mostre collettive sia in località prossime al luogo di residenza, che fuori, ordinando pure due rassegne personali.
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’Arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria La Tavolozza, 2000.