Dizionario dei Pittori Bresciani
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DEL SOLE CARLO

Tolloch, 1 dicembre 1952.

Carlo Del Sole è giunto nel bresciano allo spegnersi degli anni Ottanta. La frequenza della Libera Accademia diretta dal prof. Giovanni Repossi ha favorito non solo l’affinamento delle doti creative, ma anche l’inserimento nel campo artistico locale, punteggiato da ripetute partecipazioni a mostre collettive, in Chiari e altre località provinciali, e da alcune mostre personali.
La sua produzione pittorica deriva tuttavia da esperienza sfiorante moduli informali mediante tecnica mista coniugata all’affresco. Nelle immagini prodotte si palesa la visualizzazione di continua riflessione e di ininterrotta elaborazione di un “progetto di analisi e di sintesi dove si fondono segni della natura e segni artificiali”. Così che nel suo tracciato figurativo e trascendente si afferma il silenzio di tonalità neutre di particolare pregio.
 

DELL’ANGELO MARTA

Pavia, 1970.

Pur figurando, Marta Dell’Angelo, domiciliata in vicolo San Gervasio 70, non è stato possibile con-tattarla.
La sua presenza nel campo artistico bresciano è testimoniata soltanto dal catalogo della mostra che l’Associazione Artisti Bresciani ha dedicato agli “Under 35”, ovvero alle “Giovani presenze nella scena artistica di Brescia”: collettiva curata da Pia Ferrari e Flavio Ariesi tenutasi nella sede di vicolo delle Stelle dal 23 dicembre 2000 al 17 gennaio 2001.
Compagni a Marta Dell’Angelo erano, fra altri, Merletti, Zuppelli junior e Bedussi.
Le opere presentate dalla Dell’Angelo la designavano compositrice essenziale dal tratto figurativo inteso tradizionalmente, ma di matrice personale attualissima rilevante l’autrice artista pensosa e narrativa.
Oltre alle recensioni apparse nei quotidiani locali nel periodo della rassegna, utile cenno è in “STILE Arte” n. 44, gennaio 2001.
 

DELLA BERNARDINA MAURO

Peschiera del Garda, 1969.

Frequentato il Liceo artistico a Verona, ha continuato gli studi presso la Scuola del Fumetto di Milano maturando la propria esperienza all’esempio dell’espressionismo e di Bacon.
Di questa sua formazione permarranno nelle sue opere, per qualche tempo, la preminente luce e la vibrante pennellata marcanti i particolari, il volto, il corpo tracciati con forti tocchi di colore.
Due i “modelli” dapprima ripresi: la moglie, intesa come interprete della quotidianità, e il cane, prediletto dal pittore, che ne tratteggia la predilezione: “la mia è in fondo una esperienza psichedelica in cui il soggetto diventa il viaggio da costruire all’interno del mio spazio dove il corpo viene sezionato e ingrandito”. Affermazione che trova conferma nel percorso creativo di Della Bernardina che sembra ricondurlo a una pittura iconica che si avvicina al Neo Realismo e alla Pop Art interpretati però con misura personale.
Ne deriva che le sue figure, la natura, gli animali sono interpretati in modo semplice, diretto, senza attribuzioni di reconditi significati.
Particolare il “taglio” dato ai ritratti che occupano intera la superficie delle grandi tele (quasi sempre quadrate) tanto che v’è da pensare a particolari di gigantografie, di visioni fotografiche, in cui la composizione si è fatta luce, la impostazione compositiva di singolare freschezza colorica. Che ancor più si impreziosisce nelle composizioni di fiori manifestanti la continuità di una sperimentazione volta a muovere emozioni.
Esemplificativi del recente fare di Della Bernardina appaiono Guinnes 2, Ritratto e Maria, nei quali il soggetto ritratto è proposto in primo piano così da occupare l’intera tela. La luce marcante i lineamenti diviene protagonista volto a far emergere la medesima espressività con la quale le figure, i volti, ma anche la natura, si manifestano.
 
BIBLIOGRAFIA.
A. GNUTTI, Giovani bresciani emergenti tra mito e quotidianità, “STILE Arte” n. 43, no-vembre 2000.
G. GALLI, Mauro Della Bernardina, il quadro è uno specchio, “STILE Arte” n. 63, nov. 2002
 

DELLA PORTA ANTONIO

.v. Tamagnino.

DELLA ROVERE GIOVANNI BATTISTA

1561 - 1627.

Fratelli, detti i FIAMMINGHINI. Trattandosi di pittori non bresciani, anche se operosi nel Bresciano, per le notizie e le opere si rimanda alla “Storia di Brescia”, Vol. III.
A rinverdire fra noi l’interesse per l’opera dei Fiamminghini ha contribuito la recente pubblicazione del volume di d. Giuseppe Fusari “La decorazione della Parrocchiale di Bienno 1621-1646: un percorso figurativo tra Manierismo e Controriforma”, la cui rappresentazione ha coinvolto Daniele Montanari dell’Università Cattolica e P.V. Begni Redona, direttore del Museo Diocesano. Attivi al tempo di S. Carlo Borromeo e S. Angela Merici, nei fermenti di allora è individuata l’origine della spiritualità che informa l’attività manierista dei Della Rovere e loro collaboratori, dei quali permane traccia anche nella Parrocchiale di Chiari.
 
BIBLIOGRAFIA.
Si vedano inoltre: L. CASTO, Sono del Fiamminghino gli affreschi di Bienno, “Giornale di Brescia”, 5 dicembre, s.a.
R. ALBANESE, Alla scoperta del Fiamminghino, “Giornale di Brescia”, 14 aprile 1972.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
M. MORANDINI, Bienno, gli affreschi che parlano, “Giornale di Brescia”, 5 febbraio 2006.
 

DELLA ROVERE GIOVANNI MAURO.

Milano, 1570 o 1575 - 1640.

DELLA TELA FRANCESCO

Secolo XV.

Miniatore cremonese, risulta a Brescia nel 1485. 
BIBLIOGRAFIA.

G. LONATI, Cremonesi a Brescia, “Bollettino storico cremonese”, Cremona,  1935.
“Storia di Brescia”, Vol. III.
“Enciclopedia bresciana”, Ediz. La Voce del popolo.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.

 

DELLA TORRE PIETRO MARIA

Secolo XVII.
È definito da Antonio Fappani ("Enciclopedia bresciana") lapicida di valore, origi-nario di Milano ma dimorante a Rovato. È autore della marmorea balaustra un tempo esistente nella chiesa di S. Maria Maggiore a Chiari, balaustra sostituita' nel 1892.

DELPANI ROSITA

Diplomata come Disegnatrice, frequenta per oltre dieci  anni  con passione un importante laboratorio d'Affreschi, supportando la titolare in commissioni anche all'estero approfondendo il suo studio in composizioni floreali attraverso la tecnica dello strappo d'Affresco, Trompe l'oeil e olio su tela.

Partecipa a varie iniziative Artistiche, non per ultima  anche nel 2008 nell'ambito della manifestazione  ARTESTRASSE, le viene riconosciuto il premio Moretto settore grafica.

DEMARIA FRANCESCO

Secolo XVI.
Secondo la "Enciclopedia bresciana" di Antonio Fappani fu scultore bresciano ma operoso a Roma nella seconda metà del Cinquecento al servizio della Corte pontificia.
  1. DESENZANO (DA) GIOVANNI
  2. DESENZANO DA GASPARINO
  3. DESENZANO DA GIOVANNI
  4. DI BARTOLOMEI MAURO

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