Brescia, 1948.

Sorella dello scultore Sergio, dopo una prolungata preparazione e scandite partecipazioni a collettive, solo nel 1972 ha esordito con una mostra personale, rivelando nella composizione la staticità espressiva derivata dal primitivi.  Nascono così figure femminili racchiuse entro scura linea contornante, plastiche nell'immobilità del paesaggio; oppure «paesi» in cui le case, addossate le une alle altre come in certi antichissimi borghi, sono rese nei piani essenziali, quasi a creare musiva eco di affresco. Attenuati sia il tono cromatico, sia la ricerca plastica, v'è più spazio per il panorama naturale, che a volte diviene l'esclusivo protagonista dei dipinti: vasti spazi composti a grandi, riassuntive campiture ove le piccole case, le ombre, gli isolati elementi della natura contribuiscono ad accentuare la «profondità», ma anche a creare una silente, «lontana» atmosfera non priva di enigmaticità.
 
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 29 aprile - I I maggio 1972.
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