Palazzolo, 21 gennaio 1931
Figura schiva, Giuseppe Libretti si colloca su un livello espressivo meritevole di maggiore conoscenza del pubblico bresciano, al quale si è presentato soltanto nel lontano 1967, ripetendosi poi, in personale, ad Iseo, nel 1975. Ciò non toglie che sue opere si siano affermate o distinte ad Abbiategrasso (1965-1966), Mirandola (1967) Valgerola (1967) apparendo altresì in rassegne ordinate a Parigi, Milano, Genova, Venezia, Mantova e in centri minori: acclochages annoveranti noti altri bresciani e maestri quali Carrà, Sironi, Guttuso, Migneco, Lilloni, Cantatore... Nelle sue opere, la realtà naturale appare decantata, colta nelle linee essenziali, in significative atmosfere. Ne nascono visioni (siano case, o laghi, o utensili di quotidiana vita) rarefatte, spiritualizzate «di fermo stupore o di trepida malinconia, o di tensione verso un assoluto immutabile».
BIBLIOGRAFIA
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