Salò, 1933.
Ha studiato alla Accademia B.A. di Brera a Milano. Poco più che ventenne (1956) già si evidenze in manifestazioni provinciali, fra le quali la rassegna Orceana; già nel 1958 è nell’esiguo gruppo di giovani bresciani scelti dalla “Galleria Alberti” per esprimere esiti di sicuro avvenire.
Poco oltre Mario de Micheli ne sottolinea la matura personalità in occasione di sua presenza nella milanese “Galleria S. Fedele”; ed a Milano Forgioli si trasferisce definitivamente negli anni Sessanta.
Da quel tempo numerose le partecipazioni a collettive di rilievo; le personali introdotte e recensite dal più noti scrittori d’arte, ricordati nella bibliografia.
Fra i riconoscimenti certo maggiormente graditi, l’invito della Biennale veneziana ad esporre sue opere oltre Oceano, nel 1971, e la recente sua presenza nell’Esposizione internazionale della città lagunare (1980).
Uomo attento, oltre che artista sensibile, nella pittura ha fin dagli esordi affrontato assillanti pro-blemi della contemporaneità, fino nel più recesso loro manifestarsi e il manifestarsi di una violenza più morale che fisica. Ciò avviene e si esteriorizza attraverso un apparente dissidio tra forma e contenuto: forma “gradevole, cromaticamente fragrante e liricamente felice”, ma a ben osservare i colori agiscono con una loro particolare acidità. emergono dissonanze, prendono corpo oggetti e animali tragicamente offesi, che cercano rifugio o letto di morte in un angolo di paesaggio pun-gente, ostile.
Forgioli mai ha abbandonato la sua espressività, ma l’ha approfondita e i suoi paesaggi, i suoi brani di natura offerti in maniera così accattivante cromaticamente, si rilevano poi “aggrovigliati di dram-matica interiorità”.
Questa “ambivalenza” a giudizio del critici (e sono essi Kaisserlian, De Micheli, Roberto Tassi…) ha fatto di Forgioli uno degli artisti più originali non soltanto dell’area milanese e lombarda.
Attraverso gli animali sanguinanti, morenti, il paesaggio, gli oggetti ricreati con le loro intime fibre, il pittore “compie una ricognizione nel presente” assimilando in unica matrice i vari temi affrontati e sentiti con ansietà, angoscia.
La drammaticità del presente è da lui additata nella scia della pop art, ma con una “originalità che lo pone fuori d’ogni possibile definizione e scuola”.
Val ricordare che Salò, sua città natale, proprio sul finire del 1980 ha voluto ospitare una antologia di suoi dipinti, affiancati a quelli di altro artista, Antonio Stagnoli, che operando con estrema ten-sione è giunto a esiti non meno apprezzabili.
Prendendo le mosse proprio da questa mostra salodiana è possibile individuare il successivo intenso percorso espositivo di Attilio Forgioli, presente con mostre personali al Museo Butti di Viggiù (1984), a Palazzo Robellini di Acqui Terme (1987), in Palazzo Coen di Salò (1988), nel Castello di Sartirana Lomellina (1988), nella Galleria civica di Modena (1990), a Palazzo Sarcinelli di Conegliano (1992), in Palazzo d’Adda di Varallo (1996), in Palazzzo Milo di Trapani (1999), nella Casa dei Car-raresi di Treviso (2000)…
Intenso il tracciato delle partecipazioni a mostre tematiche e a rassegne collettive che pongono sue opere accanto a quelle di significativi artefici nazionali. Invitato nel 1982 a Parma, lo è pure a Mila-no nel 1983, anno in cui si propone anche ad Arezzo; Mantova lo accoglie nel 1985, così Salò, dove sue matite entrano a far parte della Civica raccolta del disegno.
Nel 1986 figura alla Quadriennale di Roma, l’anno successivo alla Biennale Nazionale di Milano, ma-nifestazione che lo seleziona pure nel 1993.
Parma e Conegliano sono le tappe toccate nel 1991, a Conegliano fa ritorno nel 1995, 97 e a Salò ed ancora Conegliano negli anni 1998 e 1999.
Del 2000 la particolare adesione per decorare una delle quattordici santelle componenti la Via Lucis che a Salò, attraverso la via Panoramica, s’inoltra nell’entroterra collinare. Fra gli altri autori si ri-cordano Giuseppe Rivadossi, Franca Ghitti, Antonio Stagnoli, Giuseppe De Lucia, Giulio Mottinelli, attestanti l’alto livello della selezione, annoverante anche alcuni artefici stranieri.
Anche Brescia ha accolto ripetute mostre personali, presso la Nuova città di Alberto Valerio, nel febbraio-marzo 1984, maggio-giugno 1993, febbraio-marzo 1999.
BIBLIOGRAFIA
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Nota: non potendo essere maggiormente precisi si segnalano inoltre scritti di: Z. Birolli, 1967; R. Guttuso, 1969; L. Borgese, “Corriere della sera”, s.d. (1969) E. Crispolti, F. Rus-soli, dei quali ci ha dato comunicazione orale lo stesso pittore.