Brescia, 18 febbraio 1958.

Studia architettura a Venezia, in pittura è autodidatta ed ha esposto per la prima volta a Brescia nel 1980.
Autopresentandosi afferma che “le sue immagini, nella partenza grottesca della figura umana, scelta quasi sempre come protagonista, vogliono trasportarsi fuori da una logica di rappresentazio-ne, ottenendo così lo scopo di simulare la realtà”.
La sua apparizione sulla scena pittorica cittadina è considerata dalla critica molto favorevolmente: le sue composizioni dominate dalle figure, dagli “eccitati e acuti timbri cromatici, sorretti tuttavia da rara sensibilità, si trasformano in immagini visionario”. Non sembra poter trovare in Italia “una cerchia, una scuola cui possa riferirsi la sua poetica” ma occorre volgere lo sguardo oltre Alpe, in zona danubiana, mitteleuropea. Più che una promessa, dunque, da cui ci si aspetta ulteriore e probante esito.
La prima apparizione di Maurizio Donzelli sul palcoscenico delle mostre, avvenuta nel 1980, quando era poco più che ventenne, è contemporanea alla diffusione del “Dizionario dei pittori bresciani” e già allora è stato possibile rilevare il caloroso consenso critico per composizioni dalle immagini visionarie “non collocabili in cerchie o scuole italiane, bensì aventi componenti danubiante mitteleu-ropee”.
Ancor oggi, raggiunta la maturità, quelle visioni permangono e “al complesso sistema di ideazione, creazione, manipolazione e divulgazione delle immagini si contrappone la erompente vena poetica”.
Per far questo, più che il colore Donzelli sceglie il disegno divenuto essenziale mezzo espressivo.
V’è chi ha osservato quanto l’incontro con le opere di Donzelli determini un impatto fortemente formale, concettuale. Riflesso agli esiti creativi “grafici” sono presenti nelle considerazioni espresse dall’autore sia sull’arte, sia sul modo di percepirla.
Numerosi i notisti d’arte che hanno seguito il percorso ideativo di Donzelli, da Anita Nardon a Paul Caso, Carlo Milic, Antonj Jannacci, Roberto Pinto… con i bresciani Elvira Cassa Salvi, Luciano Spiaz-zi, Mauro Corradini, Fausto Lorenzi…
Procedere ripercorribile pure attraverso le numerose mostre personali, alcune condivise con Almeoni, Cirino, Marossi, ordinate in Brescia (1980, 88, 1992, 94, 95), Liegi (1988), Trieste (1990), Bonn (1992), Cusano Milanino (1994), Orzinuovi (1990), Stoccarda (1991), Arezzo (1993).
Ma la notazione si infittisce ed espande, perché Donzelli dal 1994 oltre che in note Gallerie bresciane approda a spazi espositivi a Bologna (1998), Stoccarda (1999), Firenze e Bologna (2000), Venezia (2001), Torino, Trento (2002), Portland e Roma (2003), Portland e Bolzano e Bergamo (2004)…
È stato rilevato che la sua opera è una riflessione filosofica non astratta, ma attuata nella esecuzione delle composizioni. Una concezione dell’arte che trova ampia riflessione nel volume “Maurizio Donzelli” pubblicato da Mazzotta nel 2003, seguito nel medesimo anno da “Lo sguardo del Disegnatore”, condensante le considerazioni del nostro artista sul disegno.
Opere di Maurizio Donzelli sono in permanenza presso la bresciana Galleria Minini, la Galleria Caterian Toson di Venezia e la Bullseye Connection Gallery di Portland.
Altrettanto copiosa la nota delle partecipazioni a mostre collettive che hanno ripetutamente spaziato da Brescia a Trieste, Krokke (Belgio), Liegi, Stoccarda, Milano…
 
BIBLIOGRAFIA
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 27 dicembre 1980.
E. C. S.(alvi), “Giornale di Brescia”, 31 dicembre 1980.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
R. FERRARIO, “Maurizio Donzelli. Mi son fatto lupo tra i cani”, Brescia, Galleria AAB, 1995.
F. CRISTOFOLINI, Donzelli, lupo tra i corvi, “STILE Arte” n. 6, luglio 1996.
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