Secolo XVII.
Figlio di Antonio (v.) e fratello di Carlo (v.) con loro collaborò a varie opere. Personalmente ha scolpito e firmato una sola opera, la statua di S.Benedetto posta nella basilica dei SS. Faustino e Giovita per volontà dell'abate Orazio Barbison, nel 1619.
Attribuita gli è invece la statua di S. Giulia crocifissa esistente un tempo nella sotterranea chiesa di S. Eufemia.
Dopo che col padre, nel 1614 aveva lavorato all'altare maggiore salodiano, nel 1625 opererà agli altari di S. Giuseppe e S. Stefano, sempre nel Duomo di Salò, così come nel 1619, in collaborazione con il padre, gli è riconosciuta l'ancona marmorea per la Scuola del Rosario di Chiari.
Anche per Giovanni Carra permane il giudizio riduttivo espresso da Stefano Fenaro-li, soprattutto per quanto riguarda gli esiti bresciani. Nel 1637 è detto ventiquattrenne (?).
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