o Gio.Carlo

Secolo XVII.
Figlio di Antonio (v.) e fratello di Giovanni (v.)
Architetto oltre che scultore, con il fratello diede vita ad una operosa "bottega". La tradizione attribuisce loro le sculture dell'altare del Sacramento in Duomo vecchio, ancor oggi parzialmente visibili; quelle dell'altar maggiore in S. Maria delle Grazie, perdute con il rifacimento della chiesa, nel 1848; alcuni putti nelle chiese di S. Faustino, S. Maria del Carmine, nelle parrocchiali di Faverzano e di Bossolo Bresciano.
Ancora più lontano, sembra abbiano scolpito un'arca nella chiesa della Badia di S. Giovanni a Parma ed un'altra per la parrocchiale di Clusone, congiunta ai quattro Evangelisti. In occasione della traslazione delle reliquie dei SS. Massimino e Vittori-no, ancora in Clusone nel 1674 hanno realizzato le decorazioni di grandi archi coreografici. Nel 1637 è detto ventenne ('1). Scheda ms. di Luigi Dedè, riflette atto del 31 luglio 1651 , alla Biblioteca Queriniana, secondo il quale ai fratelli Carra è affidata l'esecuzione "dell'arma dell'Ecc. Andrea Dolfino".
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