Secoli XVI-XVII.
Proveniente da Trento dove ha radici la sua famiglia, sua prima opera in Brescia sembra essere la fontana della Pallata, progettata dal Bagnadore e realizzata con la collaborazione di Valentino Bonesini (v.) nel 1596.
Contemporanea o di poco posteriore la tomba con il busto del vescovo di Brescia Francesco Morosini, scolpita per il Duomo vecchio.
Divenuto bresciano, nel 1634 risulta già morto.
Fra le altre sue opere, notevole l'arca monumentale dei SS. Faustino e Giovita (1629) nella basilica dedicata ai nostri Patroni, nonché le statue fiancheggianti l'altare maggiore e raffiguranti alcune Virtù.
In collaborazione col figlio Giovanni, nel 1619 scolpì la marmo rea ancona per la Scuola del Rosario di Chiari, seguita nel 1620 dalla statua di S. Lorenzo posta nella facciata della omonima chiesa in Brescia; quindi la statua della fontana di palazzo Cimaschi.
Altre attribuzioni gli danno una fontana ad Asola, le statue dei SS. Faustino e Giovita poste all'esterno dell'abside del Duomo nuovo, il S. Giovanni Battista posto nel fianco nord dello stesso sacro edificio; gli angeli fiancheggianti l'altare della Madon-na di S. Luca e i SS. Faustino e Giovita nelle nicchie a fianco dell'altare di S. Michele in S. Maria del Carmine.
Secondo Giovanni Vezzoli, suo è anche il monumento funerario di Tommaso Caprio-li in S. Maria delle Grazie.
Nella "Venezia descritta", il Sansovino lo dice autore del bel gruppo raffigurante Enea, il padre Anchise e il figlio Ascanio esistente nel palazzo Dolfin a Venezia, mentre a Leffe in Val Gandino la "Storia di Brescia" dice suoi gli angeli portacande-labri e un Cristo risorto nella parrocchiale. Ai lavori, soltanto attribuiti, dovrebbe aver posto mano anche il figlio Giovanni. Giudicato modesto artista, Antonio Carra ha seguito tendenze manieristiche nelle quali confluiscono influenze veneziane, fio-rentine o romane colte senza originale rielaborazione.
Ebbe due figli: il già citato Giovanni, e Carlo (Gio.Carlo) pure scultore alle cui voci si nnVIa.
Schede mss. di Luigi Dedè riferite agli atti del 28 novembre 1591 e Il agosto 1621, rispettivamente alla Biblioteca Queriniana (voI. 769) e all' Archivio di Stato (Filza 3508), riflettono gli affidamenti a Gio.Antonio Carra di una fontana da eseguire secondo disegno di Bartolomeo Stella e da collocare sul mercato del vino; d'un'opera, intagliata nel marmo di Botticino, con arma di Giulio Cesare Moresini.