Secoli XVI - XVII.
Figlio di mastro Giovan Antonio, l'opera di questo intagliatore ha tratto ulteriore luce dalle ricerche compiute da Camillo Boselli.
Nato forse nel 1565, precocemente orfano di entrambi i genitori, è detto scolaro del
Lamberti (v.) oppure dell'Olivieri (v.).
Raggiunge spiccata personalità incisa nelle due maggiori opere a lui riconosciute: la cassa d'organo nel Santuario della Madonna di Tirano e la grande soasa dell'altar maggiore nella parrocchiale di Vione.
Opera degli anni 1608 - 1618, la prima presenta rara imponenza, squisita finezza di sculture e d'ornamenti, con statue di angeli musicanti e completata da pannelli realizzati dal milanese G.B. Salmoiraghi. Nel 1620 è invece completata l'ancona di Vione nella quale al notevole e vasto senso architettonico. si coniuga sicurezza di disegno sontuoso e di raffinato gusto.
Suddivisa in due ordini, il superiore dei quali è caratterizzato da statue di Santi e dal gruppo centrale con il Padre eterno, il Cristo e angioli posti entro fregi dorati.
AI Bulgarini sono attribuiti anche il pulpito del santuario di Tirano, costruito negli anni 1599 - 1600; le statue inferiori poste nella facciata della bresciana chiesa di S. Barnaba, in corso Magenta.
Nessuna traccia resta invece del suo lavoro per la cappella del Sacramento nella parrocchiale di Rovato e del tabernacolo (1625) della chiesa di S. Gaetano ricordati da Stefano Fenaroli nel noto "Dizionario".
Da notare che il Boselli ("Brixia Sacra", a. VIII, n. 3-4, luglio - agosto 1973) dà la voce: Bulgarini Giovanni per l'artista che altri studiosi, fra i quali il Fenaroli e Giovanni Vezzoli, chiamano Bulgarini Giuseppe.