Trento, 2 aprile 1948.

Lasciata giovanissima la località natia è approdata fra noi e, formata famiglia, vi si è stabilita. Da alcuni anni privata acerbamente dello sposo, fatti indipendenti i figli, Sonia Bulanti Modena ha tro-vato nell’espressione pittorica significativa motivazione in grado di farle superare il rodente soprav-venire dei rimpianti. D’altronde l’arte è sempre stata una passione, vissuta però intimamente e sa-crificata ai doveri familiari.
Nell’ambito locale nel quale si è inserita poco a poco, ha trovato modo di acquisire stimolanti sug-gerimenti per affrontare e superare le difficoltà del dipingere. Anche l’assidua frequentazione delle sale di esposizione denota il desiderio di apprendere, arricchire il proprio patrimonio conoscitivo.
Nei fiori e nel paesaggio è individuabile la fonte ispiratrice e, pur operando come autodidatta, ha raggiunto in breve tempo esiti denotanti padronanza tecnica e sensibilità coloristica.
Il tratto mosso, vivace, non dimentico di esempi offerti da maestri d’oltralpe, ricrea fra altri fiori ciuffi dei prediletti girasoli nello splendore vitale; dei paesaggi raggiungibili nei dintorni cittadini sembra prevalere quello delle torbiere, interpretato nella lontanante prospettiva sfumata nella gri-gia atmosfera autunnale. Delle plaghe lacustri è invece ritratta la limpidezza di profili collinari spec-chiantisi nelle trasparenze acquoree; il colore si fa squillante, la consistenza del motivo ritratto resa con piani franti ma efficacemente costruttivi, come evidente è l’emozione vissuta dall’autrice e dal dipinto ben riflessa.
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