Cologne, 28 dicembre 1954.

Metalmeccanico con all’attivo corsi di disegno industriale, Walter Briola come pittore è autodidatta. Favorito comunque dalla appartenenza al Gruppo “Amici dell’arte” locale con il quale opera assi-duamente. Ha superato la fase Naive per approdare a un post - impressionismo conciliato con la tradizione figurativa bresciana. Anche lo sguardo si posa prevalentemente su motivi casalinghi: so-no l’alternarsi di fabbricati di antico borgo, l’aprirsi di caratteristiche piazzette animate dal mormo-rare d’una fontana… “Il suo pennello o la sua spatola riescono a martellare sulla tela gli antichi muri dalle affioranti pietre le cui tinte sembrano rubate alla luce”, e delle rampe esterne, degli arcati portali coglie la leggiadria data da policromi ciuffi fioriti.
Di quegli edifici indaga pure gli interni individuando significativi segni della vita trascorsa, come nello scuro vano delineato da mattoni anneriti dal fumo di un forno in disuso.
Alcune sue opere compongono un “taccuino di viaggio” redatto durante soggiorni marini: allora la tavolozza si colma di cromatismi d’una natura rigogliosa contornante braccia di mare riverberante luci cangianti dell’orizzonte, fatte livide nelle giornate burrascose proiettanti sulle rive candide schiume frante dalle rocce affioranti.
Né mancano immersioni in zone boschive in cui spesso l’algido candore invernale ha sottratto parte delle rigogliose fronde, prospettive di campi di girasole, a dare compiutezza a una espressività nu-trita dall’amore per quanto, nel “piccolo mondo” di Briola, rappresenta palpiti di armonia.
Giunto piuttosto tardi al palcoscenico delle mostre, il pittore può comunque dire di aver presenzia-to, mediante mostre collettive o personali, annualmente a manifestazioni artistiche, a cominciare dal 1991. Sue opere sono così state proposte in Palazzo Gnocchi di Cologne negli anni 1991, 93, 94, Marcheno e Clusane (1995), Chiari e Cologne (1996), Provaglio d’Iseo (1997 e 2000), Palazzolo (1997), Chiari ancora (1998), Pisogne (2000).
 
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.

 

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