Orzinuovi, 1938.

Ha studiato all’Accademia Carrara di Bergamo sotto la guida di Trento Longaretti, ha frequentato per due anni (1962) l’Ecole nazionale superieure des B.A. di Parigi dove, con Jean Beisier, si specia-lizza in arti grafiche.
Viaggia lungamente in Europa e nel 1967 è a Carrara dove per un anno lavora come scultore pres-so Norman Mommens. Si porta quindi a Salisburgo (1969); presso l’Accademia di quella città avvi-cina Emilio Vedova con il quale, rientrando in Italia, a Venezia, collabora. Indi il ritorno a Orzinuovi dove apre studio.
Questo in succinto il curriculum di Briola, che al suo attivo ha anche partecipazioni e affermazioni in diversi premi e concorsi: Montecarlo (1961); Teramo (Premio M. Mazzacurati) Milano (Premio S. Ambroeus), Lecce (1970); Verona, Parma, Roma, Madrid, Terni e ancora Milano (1971)…
Composti su fogli di plexiglas o su vetro, i suoi dipinti sono frutto di una ricerca che tende a scru-tare una realtà autonoma, una “realtà altra - com’ebbe a dire Elda Fezzi - non legata al percorso obbligato da condizioni fenomeniche o pratiche, ma che divenga più ampiamente rivelatrice di iti-nerari, forze irrazionali, di temi, di forme, di passaggi anche contro una organizzazione program-mata”.
L’opera di Briola si richiama ad autori dell’astrat - impressionism e della situazione post - informa-le… Ne nascono “topografie” o “tarsie” d’un colore pulito e raffinato, smalti in cui i diversi toni as-sumono per il pittore significati diversi; gli accostamenti d’impeto drammatico a volte, a volte “si placano nell’equilibrio della poesia”. Ogni figura già esiste - afferma Briola - sta all’artista reinven-tarla.
Vissuta una breve esperienza in ambito artistico milanese, i sopravvenuti impegni familiari e l’at-tività didattica hanno indotto Briola ad attenuare e poi esaurire la partecipazione a mostre. Non si è tuttavia interrotta l’applicazione alla pittura esercitata per proprio soddisfacimento e producente alcune decorazioni adornanti sedi comunitarie come quella di Treviso Bresciano compiuta nel 2003. Alla pittura si coniugano la tecnica incisoria destinata a impreziosire armi e lo sbalzo in rame quale quello del reliquario richiesto nel 2004 in occasione dei festeggiamenti alla Beata Ceriola.
 
BIBLIOGRAFIA
E. FEZZI, “Briola - Landriani”, Arti grafiche F.lli Binda, Soncino (Cremona), ottobre 1972.
L. SPIAZZI, G. Briola, “Brescia - arte”, s.d.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
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