Brescia, 1934

Affrontati dapprima gli studi tecnico scientifici, li ha abbandonati per dedicarsi alla pittura.
Per qualche tempo ha frequentato lo studio di Domenico Lusetti (1952), ma per la ricerca pittorica condotta può considerarsi autodidatta.  Le prime prove fatte conoscere al pubblico (1958) lo dicono operante nell'area della Nuova figurazione e interessato al «motivi della esistenza proletaria di periferia, senza per questo ricorrere a particolari sottolineature politiche».  Ed una definizione sembra poter contraddistinguere quelle opere: realismo esistenziale.  Realismo, per aver fissato la propria attenzione «su aspetti dell'iconografia quotidiana, dagli emigrati alle vittime del dramm' s i gciali, politici, della «solitudine del bambino tra i cavalli di frisia» alle prostitute sul marciapiedi delle strade, in allucinante attesa. Il frutto di questa attenzione alla vita di ogni giorno, intessuta di un «lirismo di tensione sociologica con qualche punta di intimismo crepuscolare» porta il pittore vicino a Comencini, Mirò, Pacheco, in una mostra tenuta a Brescia nel 1973, entro il «Gruppo denunzia». ,A quell'anno Rinaldi già vantava al suo attivo significative presenze in collettive. fra le quali si possono citare: Il Biennale di Alcoly (Spagna), Omaggio alla Comune (Milano, 1972) e mostre personali allestite a: Ascoli Piceno («Galleria Nuove proposte», 1969), Urbino («Galleria L'aquilone», 1970), Firenze («Galleria Semaforo», 1971), Bologna («Libreria Feltrinelli») e Cagliari («Galleria Ciusa», 1972). Indicative di quel periodo possono essere le opere ricordate da Floriano De Santi: Giardino contemporaneo, Un pezzo di verde, Il mendicante e, più intensamente allusive, Processo alle vittime e Morti senza terra. Vengono poi Smog, Processo di Matmarck, Il maggio bresciano, Gli esclusi, a testimoniare «storie di uomini», un racconto per immagini ed episodi teso a l'universale. L'approdo più vicino del pittore nostro, che si serve dell'acrilico e dell'acquaforte, è rappresentato dai muri della risiera di San Sabba, dove gli oggetti più umili, all'apparenza privi di qualsiasi significato, tornano a caricarsi di umanità entro superfici monocrome, private di ogni accento descrittivo proprio per nulla togliere alla visione d'orrore provocata dalla violenza nazifascista nel lager triestino e al monito che può e deve suscitare nella nostra coscienza. Con questa «serie» Rinaldi, dopo aver esposto anche in città, è stato presente alla «Galleria Novart» di Madrid (1980). In catalogo, un saggio critico di Ferruccio Folkel, accanto testi di Mario De Micheli e Floriano De Santi.
 
BIBLIOGRAFIA
M. DE MICHELI - F. DE SANTI, «Galleria A.A.B.», Brescia, 3-15 febbraio s.a. (1973), Gruppo denunzia.
VICE, Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», I I febbraio 1973.
F.D.S.(anti), Arte e società, «Bresciaoggi», 2 febbraio 1975.
G. MASCHERPA, Impegno in tema di Resistenza, «Avvenire», 23 settembre 1977.
L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 2 dicembre 1978.
F.D.S.(anti), Mostre in Italia, «Bresciaoggi», 12 maggio 1979.
F. FOLKEL e AA.VV., «Galleria Novart», Madrid, febbraio 1980.
F.D.S.(anti), Mostre in Italia e all'estero, «Bresciaoggi», 16 febbraio 1980.
 

 

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