Concesio, 20 marzo 1943.

Frequentati i corsi dell'Associazione artisti bresciani, avendo la guida di Gabriele Salcri e di Gallizioli, avvicinato anche lo studio di Gianni Parziale, Fin-no Perotti ha intrapreso la via delle partecipazioni a mostre che lo ha portato ad esporre, oltre che in città, a Venezia, Firenze, Roma. La sua pittura ci è nota per la mostra personale allestita nelle sale della A.A.B. dal 19 al 31 gennaio 1974. Achille Rizzi, nella presentazione in catalogo, dice Perotti penetrante osservatore del paesaggio, prevalentemente delle vicine valli; ma anche di Spagna, dove il pittore sembra aver guardato motivi consonanti con quelli consueti e mille volte ritratti: degradare di colli, prati «tagliati» da esili e spogli alberi, rustiche case contomate da soffice neve... «Pittura dagli impasti presto risolti, dalle stesure vibrate nervosamente come per qualcosa che urge... una pesante impressione d'una macerazione creativa anche quando l'oggetto ed il clima riproposti sono invece qualcosa di più di una impressione rapida, di un pensiero gettato subito fuori non appena frullato in capo, di un motivo estemporaneo zufolato appena nato nell'intenzione». Né mancano nella produzione di Perotti i fiori, ciclamini in particolare: hanno la stessa grafia greve del paesaggio che li ha veduti nascere, e di quel paesaggio la calma, e pur fonda, atmosfera d'attomo.

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