Salò, 2 ottobre 1937.

Dalla natia Salò, a soli sedici anni si è trasferito a Milano, per entrare in uno studio grafico.A questa esperienza deve la resa stilizzata e l'equilibrio delle forme, con l'approfon dimento delle tecniche di riproduzione e stampa strettamente legate alla grafica pubblicitaria. A Milano frequenta i cí?rsi dell'Accademia di Brera sotto la guida di G.F. Campestrini e G. Moro, con la scuola di nudo. Le opere pittoriche nate nel periodo della ricerca (negli anni Sessanta) sono assai scarse e ormai disperse. Solo nel 1972, entrato a far parte del milanese gruppo «Rosetum», Nastuzzo riprende intensa attività creativa e partecipa assiduamente alle manifestazioni della associazione. Accanto a Bertani ha modo di focalizzare quella forma espressiva tanto faticatamente inseguita.  Negli anni Settanta è altresì presente a concorsi e collettive vari; nel 1973 espone a Csongrad, in Ungheria, accanto a pittori di quella nazione, riscuotendo ampio consenso. Nel 1974 entra nel Circolo filologico di Milano e con i soci pittori espone nella sede della Associazione.  Altre presenze di Tarcisio Nastuzzo sono da ricordare a Limone e Salò (1974) dove espone in personale, mentre nel 1975, con il padre Antonio (v.), espone nella bresciana «Galleria del Carro». Assorbito dalla attività di grafico pubblicitario che lo trattiene lungamente nel capoluogo lombardo, ha ridotto considerevolmente l'attività espositiva, nè ci è stato possibile avere documentazione bibliografica sulla sua attività pittorica, salvo un cenno all'interesse rivolto da Attilio Mazza che ne ha colto l'essenza con «estrema lucidità e precisione». Opere di Nastuzzo, di non facile comprensione, sono presso amici ed estimatori; in esse particolarmente vivo il richiamo al Garda, del quale «sa darci immagini alle quali non siamo abituati, sia per la originalità dei tagli... sia per gli sprazzi di realtà, che lasciano affiorare la fantasia e il ricordo di un lago oggi non più riconoscibile».
 
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