Edolo, 13 giugno 1943.

Autodidatta, si affaccia alla ribalta delle mostre nel 1964, partecipando a collettive in Bolzano (1964), Brescia (1966, 68, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 76), Verona (1968), Milano (1968-1976), Napoli (1970), Firenze (1970), Bergamo (1972), Suzzara (1972), Messina (1 974), Bologna (1 974), Roma (1 975), Venezia (1 975), fuori d'Italia ad Amsterdam (1 968), Parigi (1 97 1), Caracas (1 977). Personali ha invece ordinato a Brescia (1 968, 74, 75, 79,80), nella provincia; a Roma (1970), S. Benedetto del Tronto (1971), Bergamo (1972), Venezia, Caracas (1977), Maracay (1 979.80).Cineasta, fotografo, pittore. Dalla prima sua personale, in cui s'evidenziava una visione oscillante dal metafisica al surreale e tendente a denunziare le ignominie di una società oppressa dal potere, d'una civiltà avviata alla distruzione, Mottinelli nel mezzo degli anni Settanta sembra far ritorno alla natura e alla sua verità.  Le sue scalinate, i suoi Giudizi - come osserva R. De Grada - che incendiano l'erba su di un prato, rivelano una commissione dell'elemento naturalistico con quello intellettuale. E su questa via il pittore si appropria delle colline, degli alberi , d'un filo d'acqua... quasi cerchi in queste eterne cose conforto al disagio esistenziale.Verranno poi le grandi composizioni delle Nature tropicali, eco ad un soggiorno sudamericano.  Una natura vergine, selvaggia, lussureggiante.  Se fra quei grovigli vegetali, raffigurati con vividi colori, il pittore ha voluto insinuare il richiamo alla natura, palesemente con esso ci ha proposto anche una sorta di inquietante testimonianza, perché alla gioia «incontaminata» delle cromie s'accosta l'incubo che tale natura infonde, facendosi per di più emblema d'una giungla quotidianamente percorsa dalla umanità e motivo condizionante. Ecco allora, sembra a noi che Mottinelli, pur nel variare del modo di esprimersi per immagini, sia guidato da un'ansia costa nte e coerente; dal bisogno di proporre del tempo nostro il disagio esistenziale.  Non privo tuttavia di spirargli di luce.  E forse nei rigogliosi colori selvaggi v'è premessa al ritorno fra prati, colline di casa, sotto consueti cieli dai puri colori, come pura può essere ancora l'acqua di fonte e rigeneratrice.
 
BIBLIOGRAFIA
Sta in: «Galleria S. Miclicie», Brescia, 20 ottobre - I novembre 1979.
Si veda inoltre: «Giomale di Brescia, i i maggio 1968, Bresciani a Santhia. «Galleria A.A.ß.», Brescia, 19-31 ottobre 1968.
V. S. Agata come via Margutta, «Giornale di Brescia», 29 aprile 1969.
M. PEZZOTTA, «Galleria d'arte Bergamo», Bergamo, febbraio 1972. (c.fr.) «Giornale di Bergamo» periodo mostra.
L. BUDIGNA, «Galleria Cà Rezzonico», Venezia, giugno 1972. (Si veda s.f. 14 ottobre).
R. DE GRADA, «Galleria S. Benedetto», Brescia, 16 febbraio - I marzo 1974.
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R.M. CASTRO, «El Nacional», Caracas, settembre 1977.
«Galleria S. Michele», Brescia, 20 ottobre - I novembre 1979. (Cui si rimanda per bibliografia).  L. SPIAZZI, Arte in città, «Bresciaoggi», 27 ottobre 1979.
E.C.S. (alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 2 novembre 1979.  G. STELLA, Arte, «La Voce del popolo», 9 novembre 1979.  E.C.S. (alvi), Mostra d'arte, «Giornale di Brescia», 12 ottobre 1980. «Arte bresciana oggi», Sardini Ed., Bomato.
A.M. COMANDUCCI, «Dizionario dei pittori... italiani», Ed.  IV, (1 972).
 
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