Brescia, 6 aprile 1950.
Brescia e Forte dei Marmi.
Anche Guai Tati. AI secolo Gualtiero Truzzi.
Allievo di Domenico Lusetti (v.) si é diplomato al Liceo artistico bresciano, affrontando poi i corsi di scultura all'Accademia di Brera, in Milano, sotto la guida di Luciano Minguzzi e Alik Cavaliere.
A soli vent'anni intraprende la partecipazione a mostre collettive. Fra le significative presenze di sue opere in pubblico si ricordano quelle alla "Galleria Tavolazza"(Bre-scia, 1970), alla" A.A.B." (Brescia, 1971), a Sirmione e Collio (1972), alla "Galleria Fleming" di Roma (1973), all'''Art Gallery Les Lions" di Parigi (1974), al "Quadrifoglio" di San Remo (1974), alla "Galleria Mazzini" (Brescia, 1975), allo "Studio Ghelfi" di Verona (1975), ancora a Brescia, alla "Galleria Labus" (1978 e 1981). Anche se assimilabile ai "figurativi", Guai viene plasmando un confronto con l'universo che ci attornia e opprime. AI di là della visione che potrebbe apparire ancorata alla classica tradizione, la sua ricerca si fa critica nei riguardi dell'avanzare tecnologico, palesemente incalzante; ne sono emblematici riferimenti i diversi ogget-ti, dagli occhiali agli auricolari, ai veli ecc. in evidente stridore con la staticità delle figure, spesso in gruppo e dagli atteggiamenti quasi di rito, assorte in una atmosfera silente che, da alcuni, è stata definita metafisica. Una contenutezza formale animata tuttavia da latente vitalità.
La acquisita perizia tecnica nel trattare le figure stilizzate, filiformi e preziose al pari di una giada; la riflessione ad esse demandata dal giovane Guai già provano una capacità di analisi e di espressione che la maturità dell'autore porterà a più copiosi e inconfondibili esiti.