Mandolossa di Gussago
Frequentato il Liceo artistico di Carrara, vi ha conseguito la maturità artistica.
AI 1961 datano le sue prime apparizioni in mostre collettive, anche in veste di pittrice: a Gussago, a Brescia città nella quale nel 1969 ha allestito la prima personale, nella saletta dell'A.A.E.
Sollecitato da molteplici interessi, si perfeziona a Monza, Firenze, Roma, in Cecoslovacchia e in America. Nelle varie discipline affrontate, dalla pubblicità alla scultura, dalla matematica alla pittura emerge, aggiudicandosi vari premi e acquisendo titoli che vanno da quello di Maestro d'arte (Monza) alla maturità artistica (Firenze) e, ancora, di Master of Arts della Western Reserve Univeresity di Cleveland. Altra abilitazione gli rilascia il Ministero della Educazione di Sacramento.
Licenziatosi al Liceo di Firenze, nel 1937, si iscrive ad Architettura, facoltà presto abbandonata per seguire i corsi di scultura che porta a termine con il massimo dei voti nel 1940.
Il suo primo soggiorno in terra straniera si compie nel 1945, ed a Roma frattanto insegna figura disegnata sia all' Accademia, sia all'Istituto "B. Angelico" (1947 -1948).
Dopo di che si trasferisce negli Stati Uniti dove rimane percica vent'anni, sia pure con frequenti viaggi al paese natale. In America insegna in diverse università e scuole d'arte, decora vari edifici, partecipa a numerose esposizioni a carattere internazion~le ed allestisce mostre personali. Nei primi anni Settanta rientra alfine in Italia e intraprende l'insegnamento al Liceo artistico di Lovere.
La sua pittura riflette molteplici intendimenti; da uno stile c1assicheggiante acquisito con lo studio dei sommi maestri del passato è via via pervenuto ad un astrattismo geometrizzante che ha pure teorizzato in trattati volti alle proprietà dei poliedri e dei poligoni. L'esito appariscente delle sue composizioni, quali la recente Bellezze geometriche ambivalenti (1969) è di un decorativismo prezioso.
Membro di numerose Accademie italiane e straniere é socio effettivo dell' Ateneo civico bresciano.
Suoi lavori sono stati acquistati da numerose collezioni, fra esse ricordiamo: il Museo civico di Bratislava, Museum of Arts di Cleveland; al Municipio di Carpenedolo l'artista ha donato proprie opere, fra le quali l'Autoritratto e Bambino assetato. Ma del lungo peregrinare in Italia e fuori, alcune decorazioni meritano citazione, dal Volon-tario caduto, affresco oggi distrutto di cui resta testimonianza in "Goliardia fascista" (febbraio 1936) alle composizioni del Santuario di Sastine (Bratislava, 1943) a quelle ancora dell' Abbazia di S.Andrea a Cleveland, città in cui Graziotti insegnò contem-poraneamente all'Istituto statale d'arte, al Notre Dame College, alla Cooper School of Art e all'Art Colony. Durante il soggiorno in California é stato docente di anatomia e figura disegnata nel California College of Arts and Crafts di Oakland, di disegno e pittura all'Università di San Francisco.
Il periodo americano,il meno noto fra noi, é stato denso di soddisfazioni e riconosci-menti; uno dei più evidenti segni della fama raggiunta dal nostro artista è l'eco riscossa dal busto del presidente John F. Kennedy: una delle tante opere plastiche "che hanno stupito gli americani".
Anche le partecipazioni a mostre collettive nazionali e internazionali accostano sovente opere pittoriche e opere plastiche riflettenti, soprattutto negli anni più vicini, lo studio perseguito sui poliedri, tanto che la sua pittura viene denominata "scientifi-ca-astratto-geometrica" .
Adriano Graziotti ha ordinato numerose personali: a Carpenedolo (1936), Bratislava (1942), Cleveland (" Art Institute", 1949; "Art Colony", 1950); Taos ("Blue Door Gallery", 1951); Santa Fè ("Art Museum", 1951); ancora Cleveland ("Vixeboxse Art Gallery", 1951); Los Angeles ,1953); S. J osè ("Rosacruz Art Gallery", 1956); Sacra-mento ("Croker Art Gallery", 1956); S. Francisco ("Xanadu Art Gallery", "Aca-demy of Sciences", 1962, e al "Jack Taar" nel 1964).
Negli anni 1955 - 1956 numerose le presenze in seno alle mostre della "Scuola d'Arte Graziotti" di S. Francisco, mentre nel 1969 l'artista é presente al "Frye Art Museum" e al "Pacific Science center" di Seattle.
Dopo il ritorno in patria ha allestito una vasta antologica nella brasciana galleria della Associazione artistica di via Gramsci (ottobre 1979) annoverante dipinti e sculture. Una produzione pluridecennale i cui esiti ci appaiono ben racchiusi e sintetizzati nelle parole di Ardis Stahl: come raccontare del pittore, del romantico vecchio mondo e allo stesso tempo dell'artista Op?, del matematico preciso e metico-loso e del sentimentale il cui calore verso i suoi simili risplende attraverso la fredda pietra e l'immutabile bronzo? Adriano Graziotti è questa rarità del nostro tempo di specializzazioni: l'uomo del Rinascimento. Graziotti non è solo artista dal brillante talento, ma è anche autore, matematico, storiografo; per di più é profondo studioso del poliedrico maestro del XV secolo, Leonardo Da Vinci".
La notazione biografica, tratta dal precedente nostro "Dizionario" dedicato ai pittori bresciani, già pone in evidenza la difficoltà di seguire Adriano Graziotti lungo il suo frenetico itinerario d'arte, solo in parte percorribile attraverso le opere che ha riunito nella sua casa di Castenedolo. Basta tuttavia questa produzione per conoscere le progressive evoluzioni d'una creatività volta alla statuaria classica, alla forma geometrizzante, alle reminiscenze futuriste, a forme organiche, fino ad annoverare gli esiti "scultorei" della ricerca scientifica, fra i quali il "piccolo rombicosidodecaedro stellato solido". Nel 1963 quest'ultima opera fu oggetto di azione legale da parte dell'autore che, plagiato, ottenne soddisfazione da chi aveva riprodotto il lavoro originale senza attribuirlo a chi l'aveva compiuto.
Se sono noti il già ricordato busto del presidente americano Kennedy (Sacramento, 1964), la bronzea statua del Fanciullo assetato (1965) posta al centro della fontana del palazzo municipale di Carpenedolo, la tomba Pedrini (Mezzane di Calvisano, 1972), il monumento ai Caduti di Montirone (1975), ben più difficoltoso proporre quanto disseminato in lontane terre, come Sidonia, terracotta del 1944 al Museo civico di Bratislava, il bronzeo ritratto del poeta Hronsky (1950), ora proprietà privata in Buenos Aires, i contemporanei busti del Dottor Hrusovsky, di privata collezione a Cleveland e di San Benedetto (Cleveland); l'Indiana col bambi110 morto (1949) ora al Museo di Cleveland, città dove resta anche Negra, del 1959. E poi Dana nuda (1969), bronzo a Seattle, Le Novati, bronzo del 1974 collocato a Bollate, la Signora Elder (Washington, 1975).
E come riproporre le innumerabili composizioni, le figure, i ritratti, gli animali incisi via via con classico fare o stilizzati, esseri animati da emblematicità o da arcaicismo di lontane genti ...
Ecco allora in rapida successione: Torso di atleta (bronzo, 1934), Contadino etrusco (terracotta, 1947), Sinfonia musicale (bassorilievo, 1948), Connie (terracotta, 1948), Miss Ruth (legno, 1949), Bella fanciulla negra (piombo martellato, 1949), Lottatori (bronzo, 1950), Profilo di bambina (piombo, 1950), Pugilatori (gesso, 1953), Babuino (magnesite e rame, 1956), Bisonte (bronzo, 1959), Reminiscenza di fOl·me organiche (bronzo, 1960), Gallo (pietra e rame, 1964), la Danzatrice Kathy (bronzo, 1967), Donna africana (legno dell'Ohio, 1969), Gorilla (plastilina, 1969) ...
A vendo Graziotti ricostruito per la prima volta in terza dimensione i poliedri perduti di Leonardo Da Vinci, recentemente ha goduto il privilegio di esporre otto di essi nella "Expo 85 - Tsukuba", in Giappone, unico italiano rappresentante il campo plastico-geometrico.
Per conoscere almeno attraverso la riproduzione fotografica varie opere fra quelle su citate; per prendere cognizione delle numerosissime illustrate in pubblicazioni d'oltre Oceano, non possiamo che rinviare alla nota biblografica che correda la voce:
GRAZIOTTI ADRIANO UGO nel nostro "Dizionario dei pittori bresciani". VoI. II, p. 114 e segg. edito da G. Zanolli. (1983).
 
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