Borgo S. Giacomo, 1949.

Si conosce questo giovane incisore solo attraverso le parole di Mauro Corradini che sottolinea la notevole tecnica d'esecuzione, la capacità di dare significato anche alle parti bianche del foglio, rese così parte del discorso e non relegate a «vuoto spazio».  Discorso che include cose semplici «di una memoria non lontana, direi non contaminata.  Un mondo evocato attraverso una bambola, un viso di bimbo, un misero oggetto ... ». Ma fatto maggiormente consapevole, mentre il segno acquista capacità di riassunto, mirando a l'essenziale, affiora anche un espressionismo che sorge da più ampia visione e che, pur volendo precisare il senso di una realtà quotidiana, già non è più episodico, ma teso a sopravvanzare i confini toccati con le prime prove.
 
BIBLIOGRAFIA
AA.VV., «Disegno perché?», A.A.ß., Brescia, 28 aprile-10 maggio 1973.
 
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