Brescia, 9 agosto 1805 - Milano 24 dicembre 1834.
Di Franco e Teresa Farsaglia.
Nei "Commentari dell'Ateneo" è testimoniata la precoce inclinazione di Giovanni Franceschetti per l'attività plastica: sono infatti ricordate sue opere giovanili quando, nel 1822, appena trilustre espone una testa di Cristo moribondo, l'Aquila e unafoglia d'acanto in creta. Questa nota anticiperebbe al 1806 la data di nascita del nostro scultore, data che da precedenti studiosi (Fenaroli, B. Spataro, A. Fappani) è fissata invece al 1816.
Frequentata l'Accademia di Brera in Milano, nel capoluogo svolge notevole attività collaborando fra l'altro con Leone Giacomo Buzzi alle sculture ornamentali dell' Ar-co della Pace e del Duomo.
Suo altresì il monumento onorario allonatese G. B. Savoldi (1834): il lavoro affidato-gli "per commissione e a spesa dell' Ateneo riconoscente ai benefici del socio defun-to", così come nello stesso anno il Franceschetti realizza il ritratto di Beatrice Portinari scolpito nel marmo carrarese.
Nelle sale dell'Ateneo, di cui fu eletto socio, ha esposto anche il ritratto dell'abate Antonio Bianchi offerto poi in dono alla secolare istituzione dove, di ignota mano, è custodito un medaglione con il profilo di G.B. Savoldi.
Con gusto accademicamente neoclassico scolpisce il busto della Imperatrice Maria di Russia, oggi alla Pinacoteca Tosio Martinengo, dove resta anche la statua di Flora proveniente dalla collezione Fenaroli ed eseguita con particolare cura, fino a rag-giungere rara levigatezza delle superfici e dei volumi tondeggianti. Nella stessa raccolta, G. Nicodemi segnala Fiori e un tondo con il profilo di D. Moglia, reso però nel marmo da F. Stanga (v.). Altri suoi lavori sono ricordati, come gli ornamenti decorativi del milanese monu-mento ad Andrea Appiani, i motivi decorativi appartenuti alla collezione del co: Paolo Tosio, la ideazione di alcune figure di Santi per la parrocchiale di Gussago, che però non ha potuto realizzare personalmente.
Il S. Vigilia infine, grande statua modellata in gesso che la morte gli ha negato di tradurre in marmo e che si trova nella cappella del Santo, sopra l'altare del Tantardi-ni, nella parrocchiale di Iseo.
Secondo Stefano Fenaroli ("Dizionario degli artisti bresciani") in questa statua Giovanni Franceschetti "diede a vedere che il suo genio artistico non era limitato a lavori ornamentali, ma sibbene sapea ispirarsi a creazioni più animate e vitali", anche se il complesso dei suoi interventi, secondo un recente giudizio, non supera il limite di una corretta esecuzione accademica. Era coniugato con Maria Stroppa.
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