Fermo (Ascoli Piceno), 11 gennaio 1916. Vive e opera a Brescia.
Laureato in ingegneria, pur dichiarandosi autodidatta, ha sempre alimentato l'innato interesse all'arte: inserendosi dapprima nell'ambiente culturale fiorentino, avvici-nando poi artisti nostri (soprattutto quanti impegnati nella produzione sacra) dopo il trasferimento a Brescia, verso la metà degli anni Cinquanta.
Nella casa avita di Fermo, ristrutturata nel suo complesso con gusto echeggiante il XV secolo, ingentilita da marmi e motivi decorativi, da cancello composto da rombi finemente lavorati senza saldature, sembrano coniugarsi le acquisizioni tecniche e professionali e la sensibilità creativa di Raffaele Fortunati.
Pittore, incisore, da circa vent'anni si dedica con certosina passione alla lettura, traduzione e trascrizione delle Sacre Scritture, trasponendo i testi in numerosissime pagine miniate. A questa edificante iniziativa, che da tempo lo impegna e ancor lungamente lo impegnerà, alterna l'attività plastica: una apparente pausa alla fatica dedicata alle mille e mille miniature, ma consonante esito per la originaria ispirazio-ne. All'ulivo, che secondo l'autore più d'ogni altra essenza reca alito di sacralità, sono affidate le sue sculture: Crocifissi, un S. Francesco, Giobbe, le Vergini sgorgate da una vena creativa ove non mancano composizioni riconducibili all'informale. Opere nelle quali le naturali strutture contorte, gibbose, intrecciate si caricano di significato. All'armonioso e tortuoso congiungersi del legno sono affidati sentimenti, riflessioni maturati dalla più impegnativa opera in corso sui testi sacri: in unicità di visione che incide la stessa concezione di vita di Raffaele Fortunati, uomo silenzioso, schivo, portato a rifiutare ogni atteggiamento che sfiori vanità, ogni gesto che mortifichi o minacci lo spirito di umiltà cui si alimenta.
Da qui l'insofferenza d'essere tratto a parlare di sè, l'assenza di sue opere nelle esposizioni, ma una forte volontà di ricerca, una applicazione che lo rendono somi-gliante a devoti artisti di lontani secoli con i quali divide i temi ispira tori, il metodo e le finalità dell'operare.
Per i lavori eseguiti nella casa di Fermo si veda anche la voce: Ercoli Giacomo.