Bienno, 14 maggio 1942.
Figlia del noto scultore biennese Giacomo Ercoli, al quale ha dedicato affettuoso profilo Luigino Casto (Profili di uomini biennesi: Giacomo Ercoli, Bienno 1988), Clelia Ercoli ha appreso dal padre sia la tecnica plastica sia quella pittorica. Ha così appreso la base del disegno e la pratica del lavoro, frequentando lo studio-laboratorio paterno.
Allieva nella Scuola d’arte dove lo stesso genitore teneva cattedra, per qualche tempo lo ha affiancato negli interventi restaurativi di opere scultoriche e pittoriche. Anche le sue composizioni risentono in parte della pluralità dell’apprendimento e nelle pitture in particolare è sempre alla ricerca di nuovi generi, senza per questo subire influenza delle diverse correnti artistiche.
E’ stato osservato che Clelia Ercoli “nella ricerca utilizza e accosta sempre nuovi materiali al fine di conseguire cromatismi insoliti pur permanendo riconoscibile, nella sua pennellata, quel tocco che rimanda alla scuola del padre”.
Varie le manifestazioni artistiche alle quali la pittrice biennese ha partecipato, fra altre si ricordano la rassegna biennese nella quale ha meritato il primo premio; il Festival Internazionale di pittura contemporanea svoltosi a San Remo che le ha assegnato ambito riconoscimento…
Ma è l’ultima mostra personale nella località natia che ha proposto l’interesse della sua sensibilità creatrice.
Fatta di immagini, la sua pittura, ritratti e spazi dove la visione si trasforma in armonia. I soggetti paiono resi con evidente semplicità che però è frutto di sintesi meditate, mirante a cogliere delle figure i segni essenziali, maggiormente significativi animati da delicato lirismo coniugante realtà e interiorità.
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria La Tavolozza, 2000.