Brescia, 25 maggio 1928. Vive e opera a Brescia.
Sposata Berenzi.
Ha dapprima frequentato l'Istituto d'arte fiorentino, quello di Parma poi; nella città emiliana conseguendo l'abilitazione all'insegnamento delle materie artistiche in Scuola media statale. Prima ancora di completare gli studi ha intrapreso partecipazione a mostre: in Parma (Olimpiade culturale, 1949); in Roma W Concorso di Arti figurative, 1950), seguite dalle presenze alle Esposizioni d'Arte sacra di Cremona (1950) e dell'''Angelicum'' di Milano, negli anni 1950 e 1951, meritando il privilegio di veder sue opere esposte anche in Brasile e in quella nazione collocate.
In città partecipa al Premio di scultura indetto dal Rotary Club negli anni 1950 e 51, quando espone Educanda, l° Premio ex aequo; alle mostre sociali della A.A.B. (1952, 53) anni particolarmente fervorosi per l'arte locale animata dal Premio Brescia, da folta schiera di artefici, da Vittorio Botticini a Oscar Di Prata, dai fratelli Ghelfi a Pierca e Ragni, da Righetti a Lusetti ... fino a G.A. Cavellini prossimo a dar vita alla ben nota raccolta di quadri dell'avanguardia internazionale.
Alle presenze bresciane Germana Duina alterna sortite a Verona (Biennale d'arte, 1951), a Terni (1952), Trieste (Mostra nazionale, 1952); ordina al tempo stesso due mostre personali: in Brescia ("Galleria A.A.B.", 1952) e Cremona (Palazzo dell'arte, 1953).
L'attività didattica, il matrimonio allietato da tre figlie la allontanano dalle sale di esposizione; persegue il suo ideale artistico operando silenziosamente agli sbalzi in rame, a vari ritratti plasmati nella creta: tanto numerose sono ormai le sue opere sparse in abitazioni di note famiglie bresciane (Giustacchini, Lenghi ecc.). Sono figure di donna, di fanciulle dalla classica impostazione; volti, casti nudini, paesaggi, varie Madonne cui affida il delicato atteggiarsi dell'animo. Composizioni rese con piani distesi, riassuntivi e incise a volte dall'acido che le anima di cromie e le impreziosisce. Del 1954 è la Via Crucis (XIV Stazioni) realizzata per la cappella dell'Ospedale di Pontevico dove il successivo anno altra ne compie per la cappella dei padri Giuseppini.
Frutto pressoché inedito, le miniature su avorio: nelle piccole superfici si ritrovano i motivi prediletti (ritratti, paesaggi) a confermare le qualità tecniche e compositive dell' Autrice.