Brescia, 30 maggio 1987.

Figlio di Giuseppe, in arte Ken Damy, che è stato pittore attento alle esperienze più avanzate, autore di dipinti recanti forme geometriche di particolare lindore cromatico, prima di affermarsi fotografo, cineoperatore, animatore della Galleria “Diaframma”, fino alla proposta del Museo di Corsetto S. Agata promotore di mostre dei più quotati fotografi in campo internazionale e manifestazioni culturali.
Diplomato presso Scuola professionale, come il padre anche Paolo Damiani ha esordito giovanissimo nell’agone artistico, dal 2004 avendo già allestito cinque mostre personali accolte in note Gallerie cittadine (Palazzo Bonoris, UCAI, Atelier degli Artisti…). E questo nonostante sia “un ragazzo fragile e sensibile e una parte di lui destinata a rimanere di fanciullesco stupore. Non maturerà appieno insomma come tanti altri suoi coetanei seguirà dei percorsi non codificati e imper-scrutabili, ma è animato da una volontà invidiabile e rara”.
Nella pittura sembra aver trovato il modo di esprimersi compiutamente. I suoi dipinti si animano di animali domestici, oppure di coccodrilli, leoni, osservati durante viaggi compiuti col padre. Ma è personalissimo il modo di rappresentarli con quelle forme primitive, come si conviene a chi appartiene a un mondo intriso di fanciullesca poesia.
Concorde il parere dei critici che si sono interessati a queste opere assimilabili a pieno titolo all’Art Brut degli emarginati da tutte le fortune del mondo.
Mauro Corradini afferma che Paolo Damiani dipinge storie, racconti con ingenuità, invenzione anche, dunque storie con quella primitività che nella storia contemporanea ha segnato qualcosa… emergono, questi animali, tra verità e fantasia, tra quotidianità e cartoon.
Dal canto suo Fausto Lorenzi rileva che le figure di animali dipinte da Paolo Damiani nascono da un mondo intriso di poesia fanciullesca che si rifugia in una infanzia eterna e sogna nei suoi bestiari creature magiche, incarnanti le forze elementari del mondo.
La puntigliosità descrittiva che Paolo Damiani esplica nel dare vita ai suoi animali, al mondo elementare che li circonda, manifesto nelle conchiglie, in pochi sassi, un corallo, le alghe… ha riflesso pure nei titoli dati alle opere: ne sono esempio alcune didascalie tratte fra le molte: Tre polpi, una stella marina un tonno, tre delfini una conchiglia grigia, due sassi grigi; oppure Una murena, un polpo e un pesce azzurro; ed ancora, Mamma coccodrillo con quattro piccoli nel fiume… Un modo forse di dare completa leggibilità al racconto narrato con i colori.

 

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