San Paolo, 25 dicembre 1951

Nonostante abbia maturato la passione per l’arte fin dalla giovinezza, Valentino Crotti è giunto tardi alla pittura, quando ha deciso di porre fine all’attività lavorativa condotta in propria azienda, che lo ha impegnato duramente negandogli la possibilità di esprimere l’innata tensione creativa.
Con profonda umiltà ha quindi intrapreso costante esercizio per fare emergere il meglio delle proprie doti, in ciò aiutato da Chico Schinetti e Mario Fortunato che gli hanno offerto l’opportunità di prendere consapevolezza della propria inventiva e padronanza tecnica necessaria a una apprezzata armonizzazione colorica.
Autore di paesaggi dalla profonda prospettiva, Crotti affronta con uguale capacità descrittiva l’inten-sa atmosfera estiva di campi cinti da filari alberati o la lontanante chiarità di superfici lacustri in cui lo sfumato profilo dei lontani colli si coniuga all’alto orizzonte.
Sono immagini serene in cui si alternano la poetica tranquillità di limpide giornate e gli arditi accostamenti di cieli al tramonto irraggiati da bagliori quasi irreali, ma di notevole efficacia.
La capacità di dipingere si manifesta in Valentino Crotti anche nei ritratti ove si dimostra capace di diversificate rese formali dei tratti fisiognomici impressi dallo scavo psicologico: una autentica reinterpretazione della figura che perviene alla percezione della interiorità.
Soltanto sei anni sono trascorsi da quando Crotti ha iniziato a dipingere, pertanto non ha ancora aderito a mostre collettive, tanto meno ha ceduto al desiderio di presentarsi in personale.
 
BIBLIOGRAFIA
Valentino Crotti, la vita nella pittura, “STILE Arte” n. 82, ottobre 2004.

 

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