Paitone, 10 maggio 1957.

Si conosce la personalità di Dario Cavalleri per quanto di lui ha detto Natale Doneschi, anni or sono, da lui affascinato per le eccezionali doti morali. Impegnato nella cura dei sofferenti, con lo stesso ardore nei momenti liberi si dedica alla pittura. E l’entusiasmo che pone nell’operare si traduce nella gradevolezza della sua tavolozza, mediante la quale compone paesaggi, ritratti, nature morte, non tralasciando la grafica per tracciare anatomie.
L’impostazione dei suoi dipinti può essere inserita nella tradizione figurativa locale, orientata coloristicamente al post-impressionismo dalle luci filtranti che permeano agglomerati di edifici, il trasparente alitare di chiome alberate.
Esemplare, in questo senso, appare “Messa cantata” con quella chiesa “scorciata” dall’architettura movimentata e fatta risaltare dall’algido candore del sottile strato di neve appena caduta e che non trattiene lo svelto andare di figurette che si apprestano a seguire la funzione.
Il tratto paesaggistico immerso in una luce calma, silente d’un cielo grigio percorso da mutabili nubi…
L’esperienza pittorica di Dario Cavalleri è maturata attraverso la frequentazione della Scuola serale “Rodolfo Vantini” di Rezzato, e la vicinanza in essa di Tregambe e Squassina. Non meno determinante l’adesione alla Associazione Artisti Bresciani e all’Associazione Artisti Valsabbini con la quale ha partecipato ad alcune mostre collettive ordinate in diverse località valligiane, per poi proporsi in Brescia e in località provinciali e regionali.
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “Sinestesie. Artisti in Valle Sabbia”, Salò, S. e B. Trade Production, 1992.
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