Brescia, 9 febbraio 1906 - Montisola, 8 luglio 1983.
Nato da umile famiglia, ha avuto un'infanzia amara. Frequentati i corsi della Scuola Moretto sotto la guida di Vittorio Trainini, Giuseppe Mozzoni, Pilera e Coceva, si è appassionato anche alla musica, tanto da realizzare alcune composizioni.
La sua produzione plastica, dapprima rispondente all'insegnamento ricevuto, in cui confluiscono anche le influenze della dolente esperienza esistenziale, dei concetti morali e politici ai quali s'è adusato, si è quindi orientata verso più moderna visione, con una modellazione maggiormente distesa e riassuntiva.
Presente a diverse esposizioni collettive fin dal primo dopoguerra (A.A.B., Piccola galleria UCAI) soltanto nel 1951 allestisce la prima mostra personale, nella sala della Loggetta in quel tempo sede del Gruppo degli Artisti indipendenti: mostra annove-rante opere concepite in circa vent'anni di attività. Altri quindici anni dovranno trascorrere per rivedere sue opere, ancora alla Loggetta, nel 1965. Opere di fantasia quali Lanciatore del peso, Infanzia, Calciatore, La presa, La siesta, L'addio, Elefanti congiunte a ritratti, fra i quali citiamo quelli delle signore Giuseppina Garin, Eleonora Zanoni, l'Autoritratto, Mia moglie, Miofiglio e poi i fratelli Piccini,l'avv. F. Guffanti, il pro! c. Lavagno, il comm. Guido Ortalli, Papa Paolo VI.
E temi sacri racchiusi nelle Pietà, in S.Francesco, Cristo, Ave Maria, S. Cecilia, S. Rocco, Gesù in croce, nelle ripetute Via Crucis: opere tutte alle quali si alternano esiti dovuti a concorsi, come il bozzetto per il monumento al Milite ignoto, oppure dettate da tragici eventi come la sciagura del Vajont, o l'Olimpiade del 1964; da stati d'animo espressi in Angoscia, Rimorso ....
Prevalentemente scolpite in marmo bianco, al quale Gino Casari ha saputo dare particolare levigatezza di forma, riflettono la ricerca del vero definito con semplicità ed apprezzabile compostezza.
Fra le opere custodite da enti o chiese ci è possibile citare: un bassorilievo per le Terme di Vallio al quale si congiunge un S. Rocco (1953); la statua di Cristo per una contrada di Sensole di Montisola (1954); Fede e Carità, statue per la parrocchiale di Vallio (1957); i 37 bassorilievi per il complesso "Margherita" a Villa Carcina (1966); la Madonna del santuario della Ceriola a Montisola (1969); la parte architettonica del monumento ai Caduti della Stocchetta (1970), e di Pertica Alta (1974-1976); val altresì citare il premio riscosso al "Concorso Formentin" per giovani artisti bresciani nel 1930 e la partecipazione al Concorso internazionale londinese indetto per il monumento a tutti gli sconosciuti morti per ideali umanitari (1952).
Ben 49 opere fra disegni giovanili, gessi, terre cotte, marmi e bronzi sono state riunite dalla retrospettiva dell'artista ordinata nelle sale dell' A.A.B. sotto il patrocinio dell'Assessorato del Comune di Brescia nel dicembre 1984.
Introdotto da Floriano De Santi, con note bio-bibliografica a cura di I van Giugno, il catalogo ricompone assai compiutamente la carriera artistica di Gino Casari, fa conoscere i molteplici interessi dell'uomo (musica, pittura, tecnica delle costruzioni, fotografia ecc.) e il suo carattere severo che, poco a poco, lo ha indotto all'isolamento. Scomparsa nel 1978 la moglie, signora Tilde Piccoli, si rifugia a Montisola dove muore settantatreenne.
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