Bagolino, 1964.

La sua nascita alla pittura avviene quando, decenne, gli vennero regalati alcuni tubetti di colore e un pennello. La maturazione, invece, mediante l’osservazione, la meditazione di opere scaturite dallo psicologismo austriaco di autori nordici, soggetto pure alla suggestione dell’espressionismo rurale del conterraneo Antonio Stagnoli. Si è conosciuta la sua opera nell’estate 2004 perché espo-sta a Maderno del Garda: una serie di figure “in posa” di chiara impronta espressionista evocante certe immagini tragiche di Bacon. Figure sedute, erette, assopite d’ogni età delle quali sono le in-quietudini attraverso l’espressione tesa dei volti. Non c’è descrizione di ambiente intorno, ma solo il tono uniforme d’una atmosfera che appartiene sì all’interno di una stanza, ma riflette l’intima es-senza delle anime alberganti nei vari personaggi ritratti.
Ben ha osservato Tonino Zana che ha affermato: Bordiga ama la giovinezza e la maturità meditati-va, nel governo di un rosso plasmato dimostra di conoscere le fasi della crisi, negli spigoli dei profili enuclea la teoria secondo cui essi si assottigliano in seguito agli spazi esistenziali, agli incidenti mortali dell’intolleranza.
Atmosfere sospese alitano nei dipinti di Angelo Bordiga i personaggi del quale assumono significato d’una esposizione sofferta, della esperienza vissuta dalla creatura umana: con i suoi drammi, con la sua solitudine.
 
BIBLIOGRAFIA
T. ZANA, Le stanze dell’anima, “STILE Arte” n. 80, luglio 2004.
 
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