Secolo XVIII.
Visse a lungo ad Iseo, dove morì nel 1748.
A Iseo e nei dintorni è detto operoso per chiese e per civili costruzioni.Modesto pittore, è autore della decorazione esistente nella chiesuola del Mercato nella cittadina lacustre.Forse è figlio di Carlo (v.).
BIBLIOGRAFIA
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887. «Storia di Brescia», VOI. 111.
Secolo XVII.
Forse padre di Alessandro (v.) nel 1687 n'scuoteva il saldo dovutogli per dieci paesaggi realizzati per conto dei Padri della Pace, in Brescia.E lavori di genere analogo, secondo il Fenaroli, dovrebbero essere stati eseguiti anche ad Iseo e nei dintorni.
BIBLIOGRAFIA
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887. «Storia di Brescia», Voi.III.
Esseno, 1666 - Vestone, 28 luglio 1746.
Esponente di quella pittura periferica e valligiana «nella quale le forme auliche si semplificano e si adeguano al modesto mondo locale», Domenico Voltolini detto «Nasino» e discepolo di Andrea Celesti, dal maestro attinse per il colore, sia pure addolcendolo.
Lascia numerose opere nella provincia nostra; varie pale in S. Maria di Caravaggio a Chiari; affreschi nel presbiterio e nel coro della parrocchiale di Bovegno.A Dosso di Marmentino nel 1714 opera con Giulio Bozzoli e in S. Maria Assunta firma e data affreschi.Ad Iseo lascia una Via Crucis nella chiesetta dedicata alla Madonna del Mercato e, ancora, a Ono Degno, Sirmione, Zone, dove nel 1703 dipinse nella parrocchiale, in S. Antonio e nella cappella del -cimitero.
BIBLIOGRAFIA
G.B. CARBONI, «Notizie storiche di pittori, scultori ... », 1776, Ed.C. Boselli, 1962.
- VAGLIA, «Dizionario degli artisti e artigiani di Valle Sabbia», 1948.
«Storia di Brescia», Voi.III.
Pontelongo (PD), 1921..
Notevole il curriculum espositivo di questo pittore padovano che, dipindente della Falk di Vobamo, profonde nella attività artistica impegno professionistico, partecipando a rassegne provinciali, ma inviando suoi dipinti anche in lontane località: Varese, Milano, Roma, Vigevano, Vlllafranca, Rovereto, Verona,
Imperia, Genova, Pordenone, Mantova...
Mostre personali ha invece ordinato in Brescia (Galleria U.C.A.I.) negli anni 1970 e 1978; a Desenzano (Galleria La Cornice) nel 1969; a Vicenza (Galleria Il Bacchiglione) nel 1969.
Pittura figurativa e solidamente costruita, com'è il mondo che Xodo ritrae: umili oggetti per le nature morte, fiori esili e isolati su macerati fondi, quasi fossero parte del grigio impasto d'un intonaco dal quale appena si staccano; e la Valle in cui vive e opera «scrutata con passione, il sentimento della presenza dell'uomo nel candore della neve o nella fresca lindura di un prato», come avverte Guido Stella.
Nascono così aspetti delle località consuete, vecchie mura dai colori fatti velarlo con gli intonaci rustici, cui la pietra affiorante dona lucentezza subitanea; viuzze, cortili, piazzette dalla resa immediata e sintetica.
Se da Mozzoni, Stagnoli e Zini ha avuto l'indirizzo tecnico, Xodo «ha onorato la generosità didattica loro con uguale generosità di allievo che ha saputo -coniugare indipendenza e attenzione a chi ne sa più di lui in fatto di mestiere»; e nelle ore libere dal faticante lavoro affida al suoi dipinti la vissuta penetrazione della realtà.Da qui la visione scarna, compatta; il racconto teso all'essenziale.
BIBLIOGRAFIA
L.SPIAZZI, «Galleria A.A.ß.», Brescia, 14-26 dicembre 1968, Catalogo collettiva.
G.STELLA, «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 14-26 febbraio 1970.
AA.VV., «Piccola galleria U.C.A.I.», Brescia, 4-16 marzo 1978.
- SPIAZZI,Arte in città,«Bresciaoggi», I I marzo 1978.
17 giugno 1729-1779 (1787).
Nato da agiata famiglia, fece in patria gli studi letterari e delle scienze sotto i padri Gesuiti delle Grazie.Attratto dall'arte, fu dapprima allievo di Antonio Paglia, quindi, nel 1746, passò a Bologna dove si trattenne per circa due anni, allievo di Giuseppe Marchesi, detto Sansone; dal 1749 è a Verona, con il Cignaroli, e nella città scaligera ristette fino al 1754.
Tornato a Padenghe sul Garda, vi lavorò fino alla morte.Autore di quadri sacri e profani, nonché di alcuni ritratti, al suo tempo fu assai apprezzato, tanto da essere eletto onoran'amente all'Accademia Clementina di Roma (1762), a quella veronese (1769) e a quella parmense (1772).
La sua pittura risente soprattutto della scuola del Cignaroli «senza le impennate coloristiche ed il tanto di commossa adesione sentimentale a quel mondo tra divozionale e arcadico che del Cignaroli sono la salvezza».
La più antica biografia e unica contemporanea all'artista è contenuta nel Manoscritto queriniano K.V.10, pubblicato da Camillo Boselli unicamente ad un esteso elenco di opere.
Opere fra le quali si possono ricordare la Immacolata Concezione (1781) della parrocchiale di Casalmoro Asolano, mentre Madonna e due Santi e S. Defendente gli sono soltanto attribuiti; Immacolata Concezione (1758) nella parrocchiale di Coccaglio; a Fasano, parrocchiale, i SS.Faustino e Giovita; a Golto, parrocchiale, S. Mauro risana gli infermi; a Montirone, varie decorazioni; a Mamico Bergamasco, S. Carlo Borromeo e G.B. Barbarigo nella parrocchiale; il S. Rocco e la Maddalena nella parrocchiale di Nave; ancora una Immacolata Concezione, S. Tomaso, S. Antonio da Padova nella chiesa di Portese; a Padenghe, in S. Maria della Neve, un S. Carlo firmato e datato 1787; infine un S. Luigi nella parrocchiale di Puegnago e una S. Famiglia in quella di Preseglie.
Il Fenaroli afferma che «molte case private di Brescia, Verona, di Bergamo e di Salò posseggono suoi quadretti» che però abbisognerebbero di esauriente identificazione.
Da Gaetano Panazza si trae invece la data 1756 quale anno del suo «ritomo per riposo nella sua villa di Padenghe».
Si ignora la data di morte dello Zadel: solo si sa che ancora viveva nel 1779; il S. Carlo su ricordato darebbe la morte a dopo il 1787.
BIBLIOGRAFIA
G.B. CARBONI, «Notizie storiche di pittori e scultori... di Brescia», Ed.C. Boselli, 1962.
F.NICOLI CRISTIANI, «Vita e opere di L. Gambara», 1807.
P.ZANI, «Enciclopedia metodica critico ragionata di B.A.», 1819-1824.
P.BROGNOLI, «Guida di Brescia», 1826.
A.SALA, «Pitture e altri oggetti di B.A.», 1834.
E.ODORICI, «Guida di Brescia rapporto alle arti», 1853.
P.DA PONTE, «Esposizione della pittura bresciana», 1878.
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
P.GUERRINI, Elenco delle opere d'arte della Diocesi di Brescia, «Brixia Sacra», a. 1920, 21.
E.BENEZIT, «Dictionnaire... des peintres», Paris.
L.Ft D'OSTIANI «Storia tradizione e arte nelle vie di Brescia», 1927.
E.CALABI, «Pittura in Brescia nel Sei-Settecento», 1935.
«Storia di Brescia», Voi. ili.
G.PANAZZA, Le manijèsiazioni artistiche della sponda bresciana.... «Il lago di Garda», Ateneo di Salò, 1969, p. 248.
Secolo XVIII.
Pittore di Cremona, è operoso in Brescia negli anni 1739-1741 ed autore di architetture all'altare del Rosario nella chiesa di S. Clemente, le cui figure furono realizzate da Pietro Scotti.La collaborazione dei due artisti, congiunta all'opera di artefici nostri, dona alla cappella il «fascino d'un raffinato barocco».
Per la esauriente illustrazione delle decorazioni si rinvia alla «Storia di Brescia».
Secolo XV.
Un suo dipinto eseguito con la collaborazione del figlio, datato 1490, è in Nembro di Vai Seriana (Bg) e raffigura la Gloria dei Santi. t ritenuta opera «di modesto interesse, nella quale accanto al contesto lombardo tratto dal Bergognone, si notano le prime avvisaglie di una penetrazione dell'arte dell'Italia centrale».
Altra opera, giudicata migliore, ma compositivamente quasi identica, è la Gloria d'Ognissanti nella chiesa del SS.Giacomo e Vincenzo a Gromo.
Sono gli unici lavori pittorici consuetudinariamente dati agli Zamara, mentre altri riferimenti si fanno per una tavola a Fontanella al Monte nella frazione Mappello.
Antonio Zámara, la cui attività sembra maggiormente documentata (v. «Storia di Brescia») negli anni 1493-1494, abitava a Chiari e la sua morte è data fra il 1506 e il 1507.
BIBLIOGRAFIA
P.MAFFONI, Due pittori clarensi del Quattrocento, «Illustrazione bresciana», 16 marzo 1909.
L.RIVETTI, Artisti clarensi, «Brixia Sacra», 1917.
A.PINETTI «Inventario degli oggetti d'arte d'Italia: Bergamo», Roma, 1931.
G.V. LANFRANCHI
Secoli XV-XVI.
Nativo di Chiari e figlio di Antonio (v.), fu intagliatore e pittore.Un dipinto eseguito in collaborazione col padre, datato 1490, è a Nembro di Val Seriana (Bg), e raffigura la Gloria dei Santi.E ritenuta opera «di modesto interesse, nella quale accanto al contesto lombardo tratto dal Bergognone, si notano le prime avvisaglie di una penetrazione dell'arte dell'Italia centrale».Altra opera, giudicata migliore, ma compositivamente quasi identica, è la Gloria d'Ognissanti nella chiesa dei SS.Giacomo e Vincenzo a Gromo.Sono gli unici lavori pittorici consuetudinariamente dati agli Zamara, mentre altri riferimenti si fanno per una tavola a Fontanella al Monte nella frazione Mappello. @Matteo Zamara è ancora vivo nel 1532.
V ale la bibliografia alla voce: Zamara Antonio.
Nome comune a vari pittori ricordati da Stefano Fenaroli: Zambelli Benedetto, Zambelli Francesco, Zambelli Giorgio, Zambelli Gio.Pietro, Battista e Matteo.Il poco che si può dire di loro è riunito alla voce: Zambellis (de) Giorgio e Francesco
Secoli XV-XVI
Da Endine.
Sono ricordati negli Estimi del 14651 1475, 1498, anno in cui si danno «a Zorzo de Zambei di Andena depentor per dover dipingere l'ancona della Madonna (a S.Giovanni) liri 124».
La notizia data da Stefano Fenaroli è ripresa in successivo studio.Lo stesso Fenaroli all'Estimo del 1517 della quadra di città vecchia indica un Zambelli Benedetto, figlio di Francesco.Lo stesso studioso ricorda ancora i fratelli Zambelli Gio.Pietro, Battista e Matteo, pittori, (1534) dei quali nessuna opera è però a noi pervenuta.BIBLIOGRAFIA
P.DA PONTE, «Esposizione della pittura bresciana», 1878. (Si veda anche l'Ed. 1904).
S.FENAROLI, «Dizionario degli artisti bresciani», 1887.
«Storia di Brescia», Vol.Il.