Casina (R.E.), 17 maggio 1927 - Nave, 22 dicembre 1976.
Vinto il concorso per l'insegnamento elementare, si è trasferito a Nave sul far degli anni Cinquanta, e nella nostra frazione si è fatto apprezzare per la dedizione alla scuola; per la trascinante passione coinvolgente gli allievi nelle più diverse discipline.Musica, poesia, letteratura, pittura i cui esiti si traducevano in brani musicali, quadretti, versi composti dal ragazzi a integrazione delle materie propriamente scolastiche.
Di questa attività complementare tracciava preventivi e analizzava i risultati su fogli sparsi ancor oggi custoditi dalla devota compagna della sua vita.
E fra queste paginette resta anche il «credo» suo pittorico:
«Intendo dipingere immagini sulla situazione di incertezza, di paura latente in ogni uomo (paura della morte e di come avverrà, del male in genere: incubi, timori, situazioni angoscianti ... ). Si cerca di camuffare la nostra paura e le nostre tristezze e ci vergognano di manifestarle agli altri, i quali sono tuttavia nella nostra situazione ... »
In brevi anni la sua voce pittorica si è fatta udire come «nuovissima, certo fra le più schiette, autentiche e sincere, nel suo aspetto primitivo, quasi selvaggio».Voce ingenua ma profondamente tragica.
Sono nate visioni di mostri spietati, apparizioni terrificanti, allucinanti. «Immagini mitiche, di una mitologia biblica e apocalittica, ove si intrecciano tutte le favole o i racconti paurosi che la memoria ha raccolto ed elaborato dagli anni dell'infanzia: lo spettacolo demoniaco del mondo, la fascinosa e corrusca tregenda nella quale i piccoli uomini d'oggi si battono per strappare l'anima loro alla violenza, alla rapina del demoni; furenti demoni dostolevskiani in versione contadina e provinciale, ma di una vitalità così intensa da sconcertare per la forza improvvisa ed irruente», come ben ha osservato Elvira Cassa Salvi.E come improvvisa e racchiusa nel breve lustro del primi anni Settanta è l'attività pittorica di Ugoletti, così inopinatamente è recisa la vita dell'artista a cui è stato concesso di ordinare solamente due mostre personali, in città, negli anni 1974 e 1975.
Un bagliore, dunque, del quale si irraggiano amaramente le opere rimaste: condotte con un certo gusto naif nell'aspetto formale, figure umane, animali, arida natura la cui ascendenza potrebbe ritovarsi in Bosh o in Ensor, in certa produzione grafica di artisti nordici, ma vivificate da un espressionismo originale e tutt'altro che ingenuo, sia nelle forme dure, quasi scostanti, sia nel tessuto cromatico arido, stridulo ma acuto, come inquietanti e violenti sono i furenti contrasti rappresentati.
BIBLIOGRAFIA
- MORUCCI, «Galleria Brixia», Brescia, 2-15 febbraio 1974.
E.C.S.(alvi), Mostre d'arte, «Giornale di Brescia», 13 febbraio 1974.
A.MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. XIV, n. 144, febbraio 1974.
E.CASSA SALVI, «Galleria A. Inganni», Brescia, 15-27 febbraio s.a. (1975). (Riproci.
recensione del 13 febbraio 1974).
L.SPIAZZI, Taccuino «Bresciaoggi», I marzo 1975.