Venezia, 1687 - 1767.
Accanto a Tlepolo e Sebastiano Ricci, cerca nella plasticità cromatica i motivi dell'arte sua, immiserendone tuttavia la vena. Più fresca e vivace la sua pittura arieggiante al «rococò» del piccoli modelletti. A Brescia lascia la Vergine e S. Carlo nella chiesa di S. Maria della Pace, una Adorazione dei Magi, in SS. Nazaro e Celso, in S. Gaetano suo è S. Andrea d'Avellino, in S. Orsola il Martirio della Santa e delle slie (-ompagne, in S. Giorgio la Vadonna fra i SS. Leonardo e Fran(,esco di Paola, il cui bozzetto custodisce la Pinacoteca nostra. Numerosi altri dipinti di Giovan Battista Pittoni sono a Bienno, Calvisano, Erbusco, Leno, Manerbio, Montirone, Rovato e sono annotati nella «Storia di Brescia», che reca altresì cenni bibliografici di questo artista veneziano che qui si è ricordato solo per l'influenza esercitata nell'ambito bresciano.