Brescia, 13 ottobre 1948.
Ha studiato al Liceo artistico «V. Foppa», in città, ed ha frequentato l'Accademia di Brera, in Milano, sotto la guida del proff. Cantatore, Purificato e Repossi (v.). Nella stessa Accademia milanese ha seguito i corsi di incisione del proff. Diana e De Vita, perfezionandosi anche nella tecnica serigrafica con il prof. De Filippl. Attualmente è docente in scuola media. Ancora durante gli studi ha intrapreso la partecipazione a mostre; più attivamente presenzia a concorsi a cominciare dai primi anni Settanta. Fra le numerose collettive, in alcune delle quali si è affermato, si ricordano quelle bresciane, ripetute soprattutto in seno all'Associazione di via Gramsci, e identificabili nella allegata bibliografia, negli anni che vanno dal 1973 al 1979; a Lonato (1970), Desenzano (1976, 77); Lumezzane (1973); Montichiari e Gottolengo (1979). Fuori provincia espone a Milano (Concorso APECO, 1973; alla Rotonda della Besana, 1974); Mantova (1975); Sassoferrato (Premio «G.B. Salvi», 1976, 78, 80); Taranto (VI Biennale dell'Inelsione, 1978); Alessandria (Premio «Consuelo Itati», 1978); Thiene (1979); Nova Milanese (Premio «B. Bugatti», 1979); Suzzara (VI Premio, 1979); Teramo (Premio «Mazzacurati» 1979); World Print Thre, di S. Francisco (1980). Una sola mostra personale ha allestito, alla «Galleria Labus» (Brescia, 1977). Paolo Petrò ha altresì realizzato una cartella di serigrafie, edita da Di Lena; due di acquaforte, in Suzzara e Brescia. Pur prediligendo esprimersi a mezzo dell'incisione o della matita, Petrò è autore di non poche opere a olio o in acrilico. E «partito da una immagine di stampo realista, come ha osservato Mauro Corradini, dove sono leggibili le ascendenze neo figur-ative ... » l'uomo come centro di interesse, con tutti i condizionamenti, che lo opprimono, che lo incatenano, tanto da non poter «nemmeno gridare in una atmosfera dove manca l'aria». Sono opere in cui l'accuratezza compositiva ed esecutiva, il lieve decorativismo affiorante sottolineano la volontà di dare alle immagini valore emblematico. Nel più vicini dipinti, soprattutto negli acrilici, prevale la libera fantasia attratta dalla natura. Di notevole formato, traducono la visione naturalistica in visione pittorica: non paesaggio tradizionalmente inteso, sono tuttavia composti di terra e d'erba, di sole e di ampi cieli percorsi da candide nubi, accostandosi agli esiti dell'avanguardia concettuale di recente emersa.
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