Ghedi, 7 marzo 1948.

Per circa un lustro allieva di Gabriel Gatti, dal maestro ha appreso la politezza compositiva e derivato la predilezione per il tenue colore espresso a mezzo di varie tecniche: olio, acquarello, pastello con il quale prevalentemente opera.  Ha presenziato a pochi concorsi, segnalandosi o affermandosi a Collio e a Leno, sul fare degli anni Settanta. Mostre personali ha invece allestito in città, presso la Associazione di via Gramsci, negli anni 1969, 71,75. Da allora ha disertato le sale di esposizione, non tralasciando tuttavia di dipingere.  Sono così nati olii con figure femminili, pastelli numerosi dedicati a bimbi e vecchi dei quali riesce a cogliere l'assorta o la vivace espressività; pure pastellati alcuni motivi sacri.  Il paesaggio reca «l'interpretazione poetica» del motivo ritratto; motivi attinti soprattutto accanto a paludi o torbiere in cui il lontanarsi del primo piano par congiungersi al cielo. «Paesaggi dell'anima» ove l'effusa luce penetra e consuma contorni per offrire visioni di sogno, più che reali: terre e gialli s'irraggiano, vaporosi.
 
BIBLIOGRAFIA
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A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. IX, n. 98, dicembre 1969.
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A. MORUCCI, Galleria d'arte, «Biesse», a. X, n. 104, giugno 1970. «Giomale di Brescia», I luglio 1970, Ipremi Collio.
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M.P., E morto a.,@. Colombano il vecchio Baita, «Giornale di Brescia», s.a. (18 dicembre 1972).  Con ill.
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