Toscolano, 1955.
Giovane dai molteplici interessi: scenografia, affresco, restauro, grafica nelle sue varie forme, Omalla Lucchi oltre ad aver conseguito la maturità artistica nel Liceo «V. Foppa» di Brescia, dove insegna, ha compiuto gli studi all'Accademia di B.A. di Venezia, sotto la guida di E. Bacci. Nell'ambito accademico veneziano, più che a Brescia, ha intrapreso l'attività espositiva, fin dal 1973, presenziando da ultimo alle collettive ordinate dalla Fondazione Bevilacqua La Masa negli anni 1977, 78, 79.Una sua opera: Tra sogno e realtà, fa parte della collezione nel Museo d'arte moderna di Cà Pesaro della città lagunare. Presente altresì a rassegne in Ljubljana e Maribor (1979), sue mostre personali sono state allestite nelle veneziane Gallerie «Nuovo spazio» (1978) e «Bevilacqua La Masa» (1 9 79).
Prevalentemente grafiche, le opere della Lucchi sono rivolte soprattuto alla figura femminile, nella quale, attraverso i molteplici atteggiamenti, l'autrice si prefigge di tradurre i negativi motivi di una corrotta e crudele società: aspetti per lo più mimetizzati dietro apparenze, che non riescono tuttavia a occultare la perversa essenza. Visi di fanciulle, corpi ignudi e composti ritratti, a volte sfiorati dal gusto Lyberti, si alternano entro i piccoli e grandi fogli; figure plasmate con nitido disegno accurato e costruttivo, dove lo sfumato, recante la scansione di ombra e luce, si estenua nel candore del foglio. Né mancano tenui colori pastellati, «sanguigni» tratti delle acquetinte, i contrasti tramati dell'acquaforte a riproporre i medesimi personaggi dalla sensualità temperata dall'eleganza compositiva. Opere tutte alle quali, con la testimonianza amara, tragica, ci pare tuttavia affidata una tenue ma fidente attesa.