Brescia, 1790 - 6 aprile 1869.
Dopo avere studiato a Firenze con il Bezzuoli, tornato a Brescia si fece conoscere e apprezzare esponendo alcuni suoi dipinti.
Mosaicista sopra stucco e intarsiatore, tanto che suoi tavoli scolpiti presero la via dell’estero, esplicò anche attività di restauratore di dipinti antichi, fra i quali il Fenaroli annovera la tavola del Beato Angelico esistente nella chiesa di S. Alessandro.
Ma la maggiore fama gli deriva dall’arte litografica che egli praticò fra i primi, consentendo di tra-mandare ai posteri non poche visioni della Brescia ottocentesca quali: La chiesa di S. Chiara e il Ca-stello, Contrada del Carmine, Brescia alla metà del XIX secolo, Porto di Toscolano, Cartiera della valle di Toscolano e altre, nate dalla collaborazione con Giacomo Soldi (v), riprodotte ancor oggi in cartoline e calendari artistici.
Opere di Pietro Filippini figurarono alla mostra dedicata alla pittura bresciana dell’Ottocento ordi-nata nel 1934.
Socio corrispondente dell’Ateneo, in quella sede presentò in varie occasioni suoi lavori e ritratti (V. Monti, G. Bossi, G.B. Corniani) nonché opere a tema sacro.
Sua è una rinomata scuola litografica, la cui tecnica operativa espose, con il fratello Donato, in un saggio pubblicato nel 1831 nei Commentari dell’Ateneo.
BIBLIOGRAFIA
Sta in: R. LONATI, “Dizionario degli incisori bresciani”, Brescia, 1994.
Si veda inoltre: R. LONATI, A Brescia un pioniere della litografia, “STILE Arte” n. 61, set-tembre 2002.