Brescia, 25,04.1954 - Brescia 24.08.2024

Appassionato al disegno fin da ragazzo, ha poi frequentato i corsi dell’Accademia di Brera a Milano.
Maestro d’arte, insegna materie artistiche.
Ha già al suo attivo numerose partecipazioni a concorsi e mostre collettive provinciali, nonché alcu-ne personali. La sua pittura è rivolta particolarmente alla figura umana, ne scandisce movenze, stati d’animo (soprattutto pei giovani) alla ricerca di una identità non sopraffatta dal clamore della con-temporanea “civiltà”.
Nei dipinti e nei grafici ne sorte frutto di attenta ricerca e d’amore; una necessità spirituale che la padronanza del disegno gli consente di esprimere appropriatamente.
Il “curriculum” espositivo di William Fantini si è via via arricchito di mostre collettive, sia di persona-li. Particolarmente significativa la rassegna che ha proposto sue opere, presentate nel 1990 dal So-printendente Aldo Cicinelli, nel Palazzo Ducale di Mantova, seguita dall’affermazione ottenuta nel 1995 al Concorso Carlo Della Zorza.
Del 1988 (e non 1986 come è stato scritto ripetutamente) il 1° Premio al Concorso nazionale Gio-vanni Treccani degli Alfieri di Montichiari, presieduto dall’insigne pittore Ernesto Treccani. “Annalisa” il dipinto premiato con la seguente motivazione: “Fantini è pittore che con coraggio af-fronta la rappresentazione della figura umana con risultati di solidità d’impianto e controllo della grande dimensione, coniugandolo ad un ambiente essenziale costruito con qualità creative”.
È un giudizio estensibile a tutta la produzione di figura femminile fantiniana, nella quale ogni sog-getto, per quanto la pittura sia mossa, fremente e tecnicamente virtuosistica, nella rapida gestualità palesa ricerca di verità. Il tocco impressionistico, alla Boldini, è stato notato, compone ritratti in cui è individuato e reso riconoscibile il “modello”.
La mostra proposta nella Torre Avogadro di Lumezzane nel settembre 2001 unitamente a Petrò e Vezzoli, presentatore Maurizio Bernardelli Curuz, ha confermato la singolarità di Fantini anche pae-saggista, le cui vedute sono estremamente scorciate, comunque porzioni di terra senza cielo, specie nei dipinti che ritraggono i lati di una strada, quadri sciabolati in due dalla durezza di un guard-rail che segna i confini, il punto in cui, fissata la crudezza dell’asfalto, la natura torna a manifestarsi non nel conforme, ma nel difforme, nella sua pienezza ridondante nel suo essere inesorabilmente una ed infinita.
 
BIBLIOGRAFIA
“Piccola galleria U.C.A.I.”, Brescia, 3-15 gennaio 1976, Collettiva 5.
L. SPIAZZI, “Piccola galleria U.C.A.I.”, Brescia, 10-22 novembre 1979.
L. SPIAZZI, Arte in città, “Bresciaoggi”, 17 novembre 1979.
L. SPIAZZI, Giro dell’arte, “Bresciaoggi”, 8 marzo 1980.
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore, 1984.
A. CICINELLI, “William Fantini”, Mantova, Palazzo Ducale, 1991.
M. BERNARDELLI CURUZ, Fantini, Petrò, Vezzoli, Lumezzane, Torre Avogadro, settembre 2001. (Cfr.) “STILE Arte” n. 51, settembre 2001.
M. BERNARDELLI CURUZ, I viaggiatori del paesaggio umano, “STILE Arte” n. 51, settem-bre 2001.
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