Filippini Gian Franco. Brescia, 1948.

Nel catalogo della personale tenuta nelle sale del Torchio presso la A.A.B. (15-27 dicembre 1979), lo stesso Facchini così dice di sé: frequentata la scuola di figura della A.A.B., si è diplomato maestro d’arte a Castelmassa nel 1972; ha quindi frequentato l’Accademia Carrara di Bergamo. Il stato in-segnante presso l’Istituto d’arte di Brescia. Nel 1973 ha partecipato con pittori bresciani ad una mostra in Cremona. Nel 1976 sue opere sono state selezionate nel Premio di pittura Concesio e in quello di Piazza della Loggia. Nel luglio 1976 ha tenuto una mostra personale alla “Galleria Scellj” di Lucca; nel dicembre dello stesso anno è al Centro culturale S. Michele di Lumezzane. Sue opere so-no presenti in collezioni private ungheresi, svizzere e italiane. Nello stesso catalogo Attilio Mazza e Luciano Spiazzi nel considerare la pittura di Facchini ne rilevano la tematica svolta fra realismo e simbolismo, nell’ansia palese di libertà fra le costrizioni laceranti l’uomo.
I cavalli prediletti colti nelle brughiere e nei boschi sembrano racchiudere quella “autonomia spiri-tuale cui aspira l’uomo contemporaneo”. Opifici inquinanti, deprimenti prati di periferia in cui i bim-bi, al pari di puledri, agognano ricuperare un “brio istintivo”; lo sguardo perso in lontananze, nella speranza forse di una ricuperata autonomia fisica e spirituale.
Grafico di professione, Facchini pone nel disegno accurato non poca della forza delle sue composi-zioni figurative.
La mostra personale ordinata nelle salette del Torchio presso l’Associazione Artisti Bresciani dall’8 al 23 settembre 1982 sembra aver esaurito la proposta di opere di Facchini a spazi espositivi.
In effetti, sopraggiunti impegni di lavoro hanno distolto il pittore dal frequentare sale di esposizio-ne, pur nutrendo nell’animo il desiderio di farvi ritorno. Desiderio che sembra alfine possibile in un vicino futuro.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli editore, 1984.
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