Desenzano, l0 febbraio 1932. Vive e opera a Montonale (Rivoltella d. G.).
Un sogno, quello d'essere scultore, lungamente accarezzato da Angelo Dolci: fin dalla prima giovinezza quando, anziché apprendere l'arte del forgiare il ferro, dovette lavorare i campi per contribuire alle modeste condizioni della sua famiglia contadina. E contadino ama definirsi ancor oggi pure se da alcuni anni si è fatto conoscere con le sculture ricavate dal contorto andamento di rami d'olivo, da pezzi di legno raccolti nella campagna oppure avuti in dono da conoscenti e amici che sanno della sua passione.
A ve va iniziato l'attività dell'intaglio realizzando suppellettili, ciotole e portafrutta in particolare; da un artigianato di pregio è giunto, tre anni or sono, a composizioni che si ispirano alle forme stesse del legno disponibile e varianti dal volto di Cristo a Croifissi, dagli animali "ritratti con rara efficacia plastica" come ha osservato Ennio Moruzzi, nel "Giornale di Brescia" del 17 novembre 1985, alle più vicine astrazioni in cui la sinuosa o contorta conformazione della materia, le sue ve nature traggono adeguata valorizzazione, e significazione.
"Ligabue della scultura" è stato definito Angelo Dolci, una sottolineatura del ruvido e intenso suo esprimersi attraverso il legno, affrontato nei momenti liberi dal lavoro con entusiasmo e dedizione, fino a dimenticare l'ora del pranzo oppure che ormai è notte fonda.
Ai periodi di attesa, di meditazione, di studio segue la frenetica applicazione che consente allo scultore di portare a compimento l'opera in un sol "getto". Da qui la spontaneità ravvisabile in ogni realizzazione.
Il desiderio di libertà nell'attività creativa gli ha imposto di ricusare l'offerta avanzata da un gallerista milanese disposto ad accaparrarsi parte della sua produzione: l'amo-re con cui lavora gli impedisce di far commercio delle sue sculture. Tanto che di animali, di figure, di composizioni varie ha adornato la cascina tutta in cui vive e dove è possibile visitare la "mostra permanente".
Di buon grado Dolci ha invece acconsentito a esporre parte della produzione in palazzo Todeschini, animando così durante le passate feste natalizie alcune sale del restaurato edificio monumentale desenzanese.( 1985)
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