Acri (CS), 15 maggio 1954.
Autodidatta, Giuseppe De Vincenti ha manifestato fra noi la sua attitudine alla pittura partecipando a varie mostre collettive, come quella ghedese del 2000, ma soprattutto ordinando personali: nella sala di S. Giacomo e Filippo inaugurata il 12 dicembre 2003 e commentata in catalogo da D. Torchiaro. In quella occasione gli era compagno d’esposizione Ugo Donati al quale si rinvia.
Più vicina ulteriore personale “Paesaggio oltre”, ancora accompagnata da saggio di Torchiaro e allestita nella sede dell’Associazione Artisti Bresciani dal 22 ottobre al 9 novembre 2005: 25 paesaggi a olio e a pastello tutti dedicati al tema del mondo mediterraneo nella cui ampiezza lo sguardo dell’artista si proietta, fino al lontano orizzonte, colmo di filiale amorevolezza.
E olio, pastello e acquarello sono appunto le tecniche adottate da De Vincenti per rappresentare con particolare nitore una componente paesistica rivelante attenta e inquieta riflessione di fronte a una natura ove la figura umana non compare, pur essendo la sua presenza incombente.
Sono soprattutto antichi edifici campestri, casolari evocanti la terra d’origine dell’artista e costruiti con campiture di colori uniformi, che si stagliano su ampi cieli uniformemente azzurri, luminosi, mentre alcuni elemento appartenenti alla realtà quotidiana, come i pali della luce o del telegrafo, equivalgono alla rappresentazione del progresso, non sempre apprezzabile.
L’attività creativa di Giuseppe De Vincenti, esercitata a Brescia dove si è stabilito nel 1980, aveva avuto meritati riconoscimenti nell’invito a partecipare al XXV Premio Suzzara, al XII Premio Nazionale dell’Acquarello “Duvini” di Nova Milanese.
Risale al 2000 ulteriore invito, per presenziare alla selezione “Oltre lo sguardo. Otto pittori e il mondo” curata da Milena Moneta. Compagni di esposizione erano Arbosti, Ciferri, Cottini, Donati, Gallizioli, Marpicati, Pescatori, artefici tutti attestanti l’elevata valenza delle scelte operate.