Brescia, 8 settembre 1938. Vive e opera a Brescia.
Le qualità artistiche di Mario Danesi si manifestano dapprima attraverso la pittura. Dal 1978 si afferma sempre di più lo scultore, la cui autonoma ricerca mira a forme essenziali in grado di animare "gestualità" che, per estensione, ci sembra traducibile in atteggiamenti spirituali o in suggestioni, come nel piccolo bronzo Nudo femminile recante nella lieve inclinazione del capo l'intimo abbandono.
La ricerca condotta attraverso la ceramica e la creta, il legno e il marmo, fino al metallo porta ad una sempre più accentuata stilizzazione, all'astrazione. Una astra-zione le cui ascendenze possiamo cogliere, tanto per esemplificare, nell' Uccello nello spazio di Brimcusi o nell'Anfora della Musa di Jean Arp, dell'americana collezione Rockefeller: l'uno per il moto ascensionale di linee purissime, l'altra per quel che ancora può suggerire di figurativo con il segno essenziale inciso nella materia. Così, le sculture di Mario Danesi, pur nella sintesi estrema dei volumi, racchiudono per accenni la figura umana, quella femminile in particolare.
L'ascendere di linee mira invece a tradurre in armonia una realtà che può essere colta a volte nell'ininterrotto volgere di "torrini segnatempo" talaltra nel "ferro dentato" di una gondola; ancora nell'aprirsi di ali in volo ...
Questa armonia fonda sul meditato equilibrio di profili, sull'inseguirsi e concludersi delle superfici in movimento: perchè Danesi esclude per le sue opere un solo fronte di osservazione.
Ecco allora che l'accurata concezione, l'esecuzione sono rivolte in eguale misura ad ogni parte della scultura, come non viene meno la levigatezza di ogni più piccolo plano.
Da soli due anni Danesi affronta il giudizio del pubblico: ad Acquafredda nel 1983 e 1984 sue opere hanno meritato l'evidenza. La lunga esitazione che ha preceduto l'esordio in concorsi attesta di una serietà "fatta di rispetto per la dignità del lavoro e dei materiali che il lavoro modifica, di modestia e impegno quotidiani, di insofferenza per trucchi, mezzucci, compromessi".
Un giudizio che, veduta la produzione plastica di Danesi, condividiamo.