Brescia, 2 dicembre 1920.

Autodidatta, svolgendo attività consonante, ha intrapreso poi la pittura negli anni Sessanta, partecipando a concorsi e collettive provinciali.
Sue personali sono state allestite a Brescia (1970, 71, 72, 73, 74), Iseo (1971), Carpenedolo e Anfo (1972), Vestone (1973), Bovegno (1974), Desenzano (1975).
Titta Rizzo e Nerina Valeri ravvisano nella pittura di Chiarini il bisogno “intimista o espressionale che si fonde a elementi compositivi della cultura e su di essi domina il desiderio di una visione del mondo migliore, il cui supporto è la natura nella sua veste più accettabile”. In questo intento, continua è la ricerca, che si traduce nella mancanza di una meta prefissata e preordinata, sia nella vita, sia nei suoi dipinti perché solo le tappe via via superate portano a conseguire traguardi sempre più ambiti.
Figurativa, la sua pittura s’inserisce nel filone post-impressionista e coglie ambienti silenti, apportati: nel variegato alternarsi dei colori del giorno, nel mutare degli aspetti di località care, dove tuttavia costante è un breve piano d’acqua a fare da specchio.
 
BIBLIOGRAFIA
R. LONATI, “Dizionario dei pittori bresciani”, Giorgio Zanolli Editore, 1984.
Pin It