Brescia, 1955.
Ha iniziato giovanissima la sua formazione artistica frequentando, dal 1970, la Scuola di nudo dell’Associazione Artisti Bresciani avendo docenti Oscar Di Prata per la pittura, Primo Tinelli per l’incisione. Successivamente ha appreso la pratica scultorica frequentando Remo Bombardieri.
La varietà delle tecniche acquisita le ha consentito di realizzare dipinti, ma anche illustrazioni di libri, calendari, cartoline…
Naturale che le apparizioni di suoi lavori in pubblico coniughino il frutto della sua versatilità, e questo accade ancor oggi.
Nel 1977 Tiziana Cherubini ha allestito la sua prima mostra personale presso la bresciana Galleria “La Pallata” della quale sarà ospite pure l’anno successivo e nel 1980. L’orizzonte espositivo si è quindi esteso a Iseo dove nel 1979 ha esposto nella Galleria “La Tela” e a Vallio (Salone delle Terme, 1982). Nel 1983 l’esordio in seno all’Associazione Artisti Bresciani (Saletta del Torchio) cui è seguita una pausa, interrotta nel 1992, quando ha esposto nella Piccola Galleria UCAI. A San Polo (Sala civica) è presente nel 1995 e 1997 (Circolo culturale). Lo steso anno è il Centro polivalente che le dischiude le porte, mentre nel 1998 si ripete nella Piccola Galleria UCAI. Il 2000 segna le tappe di Palazzo Francesconi di Iseo e lo Studio Jelmoni di Piacenza. Nel 2004, alfine, si propone nella ex chiesa dei SS. Giacomo e Filippo allineando opere dedicate a Roberto Inverardi, amico caro, scultore da meglio conoscere e indimenticato animatore culturale.
La serie delle manifestazioni aventi Tiziana Cherubini partecipe annovera anche rassegne tematiche: nel 1995 sono quelle proponenti “Incontrarsi con Chiara” (Cripta della chiesa di S. Gaetano), “Dalla dipendenza alla libertà” (ex chiesa dei SS. Giacomo e Filippo), “Antonio uomo evangelico” (Piccola Galleria UCAI). “In memoria di Che Guevara” è la proposta formulata nel 1997 dal Museo Ken Damy, seguita dalla considerazione “Dalla collezione l’evoluzione attraverso i modi di sentire” svolta ad Azzano. Fra altre ancora, conclude la proposta del 2003 “Artiste di Brescia e Darmastadt insieme per l’8 maggio” allestita nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia.
Il fervore profuso da Tiziana Cherubini nell’interpretare gli argomenti proposti dalle rassegne tematiche è indice della sua pronta adesione alle molteplici problematiche della contemporaneità. Ma fra le opere pittoriche via via esposte non poche derivano dalla libera concezione e ritraggono ambienti, luoghi animati da svelte figurette. Sono dipinti ancorati “al vedere” e si fanno apprezzare per l’armonia degli effetti cromatici, per le atmosfere dense di sensazioni.
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’Arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria La Tavolozza, 2000.