Nei primi anni Sessanta (1963), esortati dalla nota pittrice e scultrice Franca Ghitti, (v.) alcuni giovani artigiani camuni hanno dato vita ad un laboratorio per la lavora-zione del legno, in Darfo -Boario Terme, con l'intento di proporre agli appassionati oggetti di artigianato artistico di loro creazione. Il lavoro in gruppo ha consentito di riappropriarsi di una vena locale di antica data, di perseguire uno stile singolare nel coniugare arte applicata e creazione, fino all'affermazione di una vera e propria scuola capace di operare "con idee chiare e precise verso il raggiungimento di quella perfezione artigiana che rende prezioso anche il più comune degli oggetti". Sorretto dalla adesione di numerose persone, il Centro artigiano camuno ha superato le prime difficoltà pratiche ed ha saputo farsi conoscere anche attraverso l'allestimen-to di esposizioni. Sono giunte così al pubblico le testimonianze di una ricerca concretizzata in oggetti e composizioni che hanno impronta tipicamente camuna "un richiamo, non voluto, istintivo a quelle figure primitive incise dai camuni preistorici ove il gusto della forma solida, nitida, a volte un po' pesante non attenUa l'espressività e l'originalità carattenzzanti i vecchi oggetti ancora gelosamente custoditi nelle case di Valcamonica" .
Nascono suppellettili di legno, bacili, vasi, posate ... ed accanto agli "arnesi" della quotidianità i segni della fede attraverso le varie dolenti figure del Cristo, le Madon-ne, i ricorrenti temi della iconografia sacra animati da rustica espressività.
Se moltissimi degli oggetti casalinghi sono ormai sparsi nelle abitazioni non soltanto camune, vari pannelli recanti motivi sacri adornano chiese, come il Cristo dei Salesia-ni di Darfo.
Fra i giovani che han dato vita al Centro artigiano camuno si ricordano Piero Avanzini, Ludovico Bertolini, Aldo Fedriga, Mario Monella e Roberto Rivetta.
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