Darfo Boario Terme, 1959.

Ha assaporato il fascino dell’arte in famiglia, fin da quando era fanciullo. Nella maturità si è rivelato prevalentemente paesaggista dalla pennellata rapida dedicata ad angoli silenti e a particolari ar-chitettonici presenti nei dintorni darfensi, dando loro una visione ancorata alla tradizione bresciana ottocentesca.
Degli antichi casolari e di alcuni segni della devozione popolare ha colto non soltanto l’aspetto esteriore, ma lo ha investito di tepide luci radenti ricreanti atmosfere di intensa intimità. Quando poi si accosta a particolari motivi delle antiche case, come portali, volti, il defilarsi ombroso di viuz-ze, i toni giocati coniugando basse tonalità giallastre e verdastre, l’impasto diviene meno rorido as-sumendo screziature di preziosa tessitura animata da evidente intima emozione.
Gianico, Pellalepre, Pisogne, la Valle Camonica tutta sono i luoghi ricorrenti nei titoli dei dipinti di Bucceri, che ama percorrere soprattutto i dintorni darfensi per illustrare aspetti che più lo attraggo-no. Né va dimenticato che nella sua produzione si inseriscono vari ritratti miranti a fissare nella tela non solo l’aspetto esteriore, ma rilevare atteggiamenti delineanti il carattere degli effigiati.
 
BIBLIOGRAFIA
AA. VV., “L’arte lombarda in Valcamonica alle soglie del terzo millennio”, Pisogne, Galleria “La Tavolozza”, 2000.
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