Carrara, 1938.
Può vantare cospicuo curricolo, Emanuela Brizzi, formatasi frequentando la Scuola d’Arte dell’Associazione Artisti Bresciani, perfezionandosi nelle tecniche dell’acquarello e dell’incisione.
Nel 1983 si è presentata al pubblico con una mostra personale presso l’Azienda autonoma di Sog-giorno di Salò, dov’è tornata pure l’anno successivo. Il 1984 l’ha vista presente in personale a Ma-derno, mentre la Piccola Galleria UCAI di Brescia l’ha accolta nel 1987. Nel 1988 si è presentata alla Galleria “Il Poliedro” di Cremona, quindi a Sulzano, Maderno ancora, Bergamo. Maderno la ospita nuovamente nel 1989.
Entrata a far parte dell’Associazione artistica “Domina”, ha partecipato alle rassegne che il sodalizio ha proposto in Brescia e Calvisano (1987), Brescia ancora (1988), Verolanuova (1989). Ulteriori mostre alle quali ha partecipato sono state allestite a Grassobbio (BG), San Pellegrino Terme, Bre-scia, nonché la collettiva a tema “Colloquio al femminile” organizzata dal Gruppo Kaleidon e anno-verante sedici artiste accolte dalla antica chiesa della Cerezzata di Ome (1990).
Con numerose altre manifestazioni svolte nel successivo decennio e che sarebbe lungo ricordare, si giunge alla mostra del novembre 2002 quando Emanuela Brizzi con Pinuccia Nicolosi si propone nella Galleria civica di Palazzo Todeschini a Desenzano e svolgente il tema “Il tessuto della realtà”.
Se nelle opere più lontane prevaleva un figurativo preciso, fin quasi esasperato nella definizione dei soggetti: fiori e foglie in particolare, esaltati nella loro dimensione sia nella loro linda evidenza lu-minosa, così da farli apparire quasi innaturali, protagonisti d’un prezioso decorativismo, ben rappre-sentato da L’espace d’un matin risalente al 1990 circa, in seguito si è affermata l’armonia informale di Riflessi che sembra ispirata al cangiar dell’onda del Garda di cui la pittrice è assidua frequentatri-ce. Pur arricchito da molteplici cromie, il dipinto non si allontana troppo dal modulo espressivo affi-dato ultimamente ad acrilici su carta e ben definiti “canto di piume, assoluti bagliori”.
La tessitura cromatica si è fatta preziosa, captando quasi la luce sfiorante brani vetrosi. La sofficità degli impasti è pari alla loro finezza fatta di leggerezza animata da alito di vento.
BIBLIOGRAFIA
F. DE SANTI (a cura di), Pressoché tutti i cataloghi editi con le mostre ordinate dall’Associazione artistica “Domina”.
L. MENEGHELLI (a cura di), “Emanuela Brizzi, Pinuccia Nicolosi, passo doble”, Brescia, Galleria A.A.B., 8 - 26 novembre 1987.
M. BERNARDELLI CURUZ, Emanuela Brizzi, canto di piume e assoluti bagliori, “STILE Arte” n. 63, novembre - dicembre 2002.